Patrimonio culturale immateriale dell'Ecomuseo delle Grigne
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Patrimonio immateriale dell'Ecomuseo delle Grigne | Usi e costumi | Storia | Ricette | Leggende | Feste | Meteo | Lavori | Caccia | Dialetti | Protagonisti
Il patrimonio culturale immateriale dell’Ecomuseo delle Grigne da documentare, conservare e valorizzare. Per patrimonio culturale immateriale s’intendono le prassi, le rap- presentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale. Questo patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, e` costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e da` loro un senso d’identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana. (Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale – art. 2).
- Corteo dei Re Magi che da oltre cinquant’anni si volge durante l’Epifania a Esino Lario
- Presepe Vivente che si ripete da vent’anni il 6 gennaio
- Festa di Sant’Antonio del 17 di gennaio con L’incanto dei canestri, la leggenda di Catrenin sun scà, le patole-i ravioli di Sant’Antonio (con le tante ricette che si tramandano in ogni famiglia) e la melodia tradizionale suonata con i batacchi delle campane della chiesa di Sant’Antonio in Esino Superiore
- Festa del Monte Croce (seconda domenica di luglio)
- Toponomastica dei luoghi e dialetti
- Storie, aneddoti, leggende raccontate durante le festività e ai bambini
- Dualismo tra Esino Superiore (Crés) di origine celtica e Esino Inferiore (Psciàc) di origine romana, testimoniato dalla struttura del paese, dalle storie, dalle tradizioni e dai ritrovamenti delle tombe conservati nel Museo delle Grigne
- Costume tradizionale delle donne di Esino
- Lavori ed economia dell'allevamento, dell'agricoltura, della produzione di calce nelle calchere, della produzione del carbone di legna per i forni fusori del ferro della Valsassina (Esino Lario faceva parte della Squadra dei Monti), e la più recente attività industriale
- Tradizionale suddivisione dei boschi focolari (per la produzione di legna necessaria alla famiglia) e i boschi comunali (per le attività economiche); i sistemi di eredità e gestione dei boschi (compresa la consuetudine della partecipazione allo spegnimento degli incendi boschivi come obbligo proveniente dall’affittanza dei boschi) Antichi mestieri e strumenti di lavoro (con le ricostruzioni di allestimenti nei vicoli e nelle vecchie abitazioni del paese)
- Produzione e tradizionale tessitura degli arazzi e telai brevettati; le tecniche sopravvivono oggi tramandate di donna in donna. La grande qualità dell’esecuzione della Scuola di Arazzi di Esino Lario è stata apprezzata da famosi pittori e designer (tra i quali Ettore Sottssas Jr, Aligi Sassu, Salvatore Fiume, Attanasio Soldati, Gianni Dova che hanno prodotto disegni originali e commissionato la scuola per la loro esecuzione) e ha vinto premi alla Triennale di Milano del 1951 e del 1957
- Figure dell'Abate Antonio Stoppani studioso e fondatore della raccolta di fossili di Esino Lario; Don Rocca parroco del paese per quarant’anni e fondatore della Scuola di Arazzeria e del Museo delle Grigne; Pietro Pensa sindaco per vent’anni di Esino Lario; Michele Vedani, scultore che ha donato al paese gli altorilievi bronzei della Via Crucis
- Migrazioni e spostamenti della Comunità di Esino Lario
- Storia associativa e di volontariato di Esino Lario; senso di comunità, di appartenenza al territorio e mutua assistenza; tradizioni comunitarie di sostegno alle persone in difficoltà e di intervento partecipativo durante calamità, incendi ed emergenze ambientali
- Educazione alla conservazione e alla cura dell’ambiente; rispetto per la montagna come un luogo imprevedibile ma anche capace di accogliere e proteggere (la memoria delle vittime della montagna e le storie dei nascondigli dei partigiani e degli uomini in fuga)
- La tradizionale coltura della patata bianca di Esino