Etnografia mestieri e folclore nei documenti dell'Archivio Pietro Pensa
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Etnografia mestieri e folclore nei documenti dell'Archivio Pietro Pensa è una relazione e una selezione tematica dei documenti dell'Archivio Pietro Pensa realizzata da Alex Valota nel 2010-2011 sul tema di etnografia mestieri e folclore.
Indice |
Relazione
Lupi e orsi
L’argomento per quanto riguarda la Valsassina è già stato affrontato in due recenti edizioni:
- M. COMENCINI (a cura di), L’uomo e la “bestia antropomorfa”, Edizioni Unicopli, 2002
- A. ORIANI, Orsi e lupi, Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera, 2005
I seguenti riferimenti servono però a colmare le lacune documentarie per la prima metà del sec. XVIII.
Dai pagamenti effettuati dalla Comunità Generale della Valsassina
- 1715 maggio 7
- A mastro Domenico Melesi e Giuseppe Selva per consegna fatta d’un orso da loro ammazzato con le dovute giustificationi £. 24
- A Gio. Maria Cerpanello figlio di Domenico per un lupo di grossezza smisurata da esso ammazzato nel Territorio di Pasturo in essecutione dell’ordinato dalla Congregazione del dì 10 settembre scorso £. 42.
- 1716 maggio 6
- Dandis a Giovanni Busi di Parlasco per haver ammazato un lupo piccolo £. 12
- 1717 aprile
- A Nicolò Brocco per haver ammazzato un orso £. 24
- A Gio. Batta Belati per haver ammazzato altro orso £. 24
- 1718 maggio
- A Gio. Pietro Gobbi del luogo di Bindo per recognitione d’haver ammazzato un lupo £. 42
- 1722 maggio
- A Carlo Codega di Premana per haver ammazzato un lupo come da fede essebita l. 42
- 1723 aprile
- A Giuseppe Selva e Pietro Rizzo per un orso ammazzato come da fede essebita £. 12
- 1727 maggio
- A Pietro Gobbi per haver amazzato un lupo come dalla fede esibita £. 24
- 1729
- A Pietro Gobbi per un lupo ammazzato £. 24
- 1733
- A Gio. Pietro de Gobbi per il suo honorario d’haver ammazzato un lupo come da recapito essebito il 20 dicembre 1732
- 1735
- A Gio. Pietro de Gobbi per la uccisione d’un lupo stando la tassa
- 1736
- A Carlo Giuseppe Pomi per un orso da esso ammazzato £. 12
- Al Sig. Andrea Mascaro per l’essibitione di tre fedi di lupi ammazzati, due da Gio. Pietro Gobbi et altro da Giacomo Caribene et Antonio Vergottino £. 72
- A Carlo Bellati per un orso ammazzato
- 1738
- A Pietro Maria Bellati per haver ucciso un orso l’anno scorso
- A Bernardo Tagliaferro di Pagnona per haver ammazzato un orso come dalla fede esibita
Riscossione della taglia per l’uccisione di un lupo
- 1792 novembre 9
“Si certifica da me sottoscritto Cancelliere della Regia Pretura di Valsasina d’essere stato ammazzato con arma da fuoco un lupo maschio da Girolamo Fazzini ed Antonio Tenderini nel territorio di Premana, come ne consta dal certificato dei deputati della stessa Comunità presentato nei atti di questa Regia Pretura e d’essere la pelle di questo lupo stata presentata a questa Regia Pretura e da me infrascritto riconosciuta e la stessa fatta segnare con segno di croce nel naso in fede Dalla Regia Pretura di Valsasina 9 novembre 1792 Gio. Batta Cuzzi, Cancelliere della Regia Pretura di Valsasina
Margno, 9 novembre 1792 Voi Dionisio Donisello di Pasturo, Esatore generale e Caneparo di Valle, favorirete pagare a Gerolamo Fazini ed Antonio Tenderini lire ventiquatro e queste per taglia d’un lupo da essi uciso nel Comune di Premana e per fede Francesco Mornico, Sindaco generale” c. 1
Riscossione della taglia per l’uccisione di un lupo
- 1793 gennaio 4
“Si certifica da me sottoscritto Cancelliere della Regia Pretura di Valsasina d’essere stato ammazzato una lupa con colpo di schioppo carico a palla da Giovanni Baccone figlio di Matteo nella notte del giorno due corrente gennaio nel sito denominato Ponile, territorio di Pasturo, la pelle della quale essere stata presentata a questo Regio Ufficio e fatta questa segnare col segno di croce nel naso e ciò risulta anche dall’attestato dei Deputati dell’Estino della detta Comunità presentato nei atti sotto la lettera A in fede Dalla Regia Pretura di Valsasina, 4 gennaio 1793 Gio. Batta Cuzzi, Regio Cancelliere della Regia Pretura di Valsasina
- 1793 adì 17 genaro
Favorà Sig. Dionigi Donicello, esator generale, a pagar al sudetto come sopra conforme il solito di valle le solite lire ventiquatro come e corso di anticho uso che saranno nelli conti di Valle abbonati, per fede Bartolomeo Combi, Sindicho generale” c. 1
Fatti prodigiosi
Qui di seguito vengono presentati due episodi: il primo relativo ad avvistamenti celesti nel cielo di Esino, il secondo relativo al “folletto d’Introbio” argomento già affrontato da Pietro Pensa (P. PENSA, Il diavolo di casa nostra in Broletto, n. 13 (1988), pp. 12-21) e da Marco Sampietro.
Memorie di Pietro Pensa relative a strani fenomeni apparsi nel cielo di Esino
- 1769 ottobre 25 – 1770 gennaio 20 c. 1
Trascrizione parzialmente adattata:
- 1769 di 24 decembre in circa
Esino Infiriore Oggi abiamo veduto il cielo verso il lago e verso la Montagna di Santo Denfino o sia Nageresso (?) cominciava verso il lago e andava fin a copriva la Montagna, fino come sarebbe de tre parte una del cielo come lingue di fogo e dopo si tirava in dietro e tornava su e la finitiva dre alle montagne verso il lago, viniva su dietro verso la montagna di Com e sparire un poco la volta. In nel sparire vinire (?) o restavo un poco ciaro il cielo e questo è stato la sera come sarebbe una ora di sera nel comenciare e nella fiitiva era a ore quattro o cinco di sera e questo serva per memoria Io Pietro Pensa
- 1769 adi 25 otobre in circa
Esino Infiriore Oggi abiamo veduto il cielo rosso come prima, in quelle fature di prima che è stato di setembre come vederete di sopra la diferenza; e di setembre se l’è visto non a una sera e adesso di otobre è stato tre sere e per fede Io Pietro Pensa filio di Carolo
- 1770 adi 20 ginaro
Esino Infiriore Questa sera abiamo veduto il cielo rosso e non come le altre volte, ardente e più fisso che metteva paura, più assai sito ma veniva da quella strada che veniva le altre volte ma torno a ripetere più fisso e più ardente che le persone se mitiva paura, ma ciapava su tutte le montagne dietro, di più delle altre volte ciapava più assai cielo e de sira che dessanava … corona che seco corpo santo che … e un castico Io Pietro Pensa filio di Carolo
Copia di una relazione fatta dal parroco Giovanni Battista Acquistapace alla Curia Arcivescovile di Milano sul fenomeno accaduto alla famiglia Rossi d’Introbbio di trovare tagliati diversi abiti da uomo e da donna
- Introbbio, 10 febbraio 1849 cc. 2
“Alla Curia Arcivescovile di Milano
Strani veramente sono i fenomeni che vanno succedendosi in questi giorni presso la famiglia dello speziale signor Bortolameo Rossi di Introbbio, e presentandosi questi sotto tale aspetto da non potersi in alcun modo attribuire a cause naturali e fisiche conosciute, giudico opportuno di notificare ingenuamente la cosa a cotesta Veneranda Curia per que’ provvedimenti, che troverà del caso, a seconda anche dei vivi desideri di quella patiente famiglia, che è nella massima agitazione. Non dirò di qualche piccolo segnale scopertosi prima d’ora, cioè del taglio di varie forme sopra diversi indumenti di forestieri, che alloggiavano in quella casa, mentre ben lontani dall’attribuire questi tagli a cause sopranaturali, se ne dava da tutti la colpa ai numerosi e vivaci fanciulli di quella casa. Ciò che diede principio a maggior sorpresa si è che nel giorno 3 p.p. gennaio, trovandosi la moglie del suddetto Speziale, donna d’integerrimi costumi e di rara saviezza, ritirata in piccolo stanzino ad accudire alle faccende domestiche, ad un tratto si vede lacerata la propria veste in più luoghi. Dissimulato prudentemente il fatto, nulla di sinistro sopravvenne fino al giorno 29 detto gennaio, in cui si trovò in pochi minuti tagliato tutto il filo aggomitolato sopra tre fusi, e lacerato affatto un piccolo pagliericcio ad uso cuna, che si trovavano in questo stanzino sopracennato, senza che vi sia penetrata persona. Più, nel giorno 30 di gennaio per ben quattro piccole vestine di fanciulli della casa si trovarono lacerate senza avvedersi in diverse forme ed in modo da non potersi più aggiustare. Ciò che fa ancor più meraviglia si è che nel giorno 31 successivo, stanca la madre di quelle insolenze attribuite ai figli, grida, minaccia e ne percuote uno di essi leggermente, e ciò facendo ecco tagliate le vestine ed i calzoni di un altro suo figlio di nome Angiolino, d’anni 2 ½ . Sopraggiunto in quell’istante il coadiutore locale Don Giuseppe Buzzoni, e udite le rinnovate meraviglie, concerta con diverse altre probe persone presenti di fare un’esperienza che fosse superiore a qualunque sospetto. Si prende dunque quel fanciullo di nome Angiolino, e gli si mettono in dosso vestimenti novelli in istato di perfetta bontà, e così abbigliato e collocato sopra di un tavolo lo tiene di continuo sott’occhio, non permettendo che alcuno per nessun pretesto gli si avvicinasse. In quella situazione lo si osserva dopo alcuni minuti, ed ecco tutti i suoi abiti tagliati in diversi luoghi. Gli si mutano i panni la seconda volta, ed il prodigio si rinnova, e così anche per una terza volta con sommo stupore degli astanti testimonii oculari. Accorse a quello spettacolo anche la moglie di questo Signor Commissario, e prendere in braccio il figlio e vedersi tagliata in più luoghi senza che alcuno le si avvicinasse fu la stessa cosa. Anzi la medesima volle che si portasse il figlio in casa sua, ove fermatasi per qualche tempo con numerosa comitiva, nell’accommiatarsi tanto la serva del Signor Commissario come quella del Signor Speziale, che portò il fanciullo, si videro amendue lacerate le proprie vesti e grembiuli. Io stesso, nel giorno 1 corrente febbraio portatomi in quella casa, e dopo aver visitato minutamente quel figlio, vestito tutto di nuovo con soprabito di lana, non vi riscontrai alcun taglio, ma dopo pochi momenti visitatolo nuovamente col Signor dottore in condotta e Coadiutore Buzzoni, senza che alcuno gli siasi accostato lo abbiamo trovato col soprabito, vestine e calzoni tutti lacerati come le altre volte. Nello stesso tempo recatasi una nipote dello Speziale, persona d’indubbia fede nelle stanze superiori per visitare gli abiti chiusi a chiave, nel momento non vi trovò alcun guasto, ma visitatili nuovamente dopo pochi minuti vi trovò due vesti e tabarro femminili tagliati ne’ modi come sopra. Nella stessa sera, dietro invito, impartii la benedizione giusta il prescritto sul Rituale Romano a quella casa e famiglia, e niente altro succedè di sinistro sino al giorno 5 di febbraio. In questo giorno si trovò alla mattina un vestito tagliato, sul quale eran già succeduti de’ guasti nei giorni antecedenti; dopo mezzogiorno si rinvengono ancora per ben 7 vestine ad uso fanciulle chiuse a chiave nelle stanze superiori, lacerate e guaste in modo da non poter più acconciare. Nel giorno successivo 6 febbraio ore 11 antimeridiane, si trovano nuovamente lacerate altre quattro vestine, un soprabito di velluto dello Speziale ed un prepontino non senza nuovi tagli sulla vestina del prefato fanciullo. Anzi alle ore 3 pomeridiane venuti appositamente per vedere il fenomeno il Sig. medico in condotta con altri tre medici, due di essi, cioè il detto medico in condotta, ed il medico Orsenigo di Olginate ne provarono il triste effetto, ritrocedendo col tabarro tagliato in diversi luoghi e forme e tutti poi partirono senza aver potuto scoprire nemmeno essi la causa. Il giorno 7 detto alle ore 9 antimeridiane, altro fatto consimile, cioè tutto ad un tratto a cadaun fianco della veste indossata da altra nipote del Sig. Rossi di nome Teodora d’anni 12 circa si manifesta una lacerazione in senso orizzontale e perpendicolare, la quale immediatamente dopo ed in quel doppio senso progredì traverso tutta la parte posteriore della veste e discese dai fianchi fin quasi a terra, sicché questa parte di veste si stacco dalla superiore, dalle anche fino all’estremo lembo, venendo così a spenzolare per terra come uno straccio. Spogliatasi di quella, ed indossata altra veste, le si rinnovò lo stesso fatto alle 3 pomeridiane del giorno stesso. Molte persone d’ambo i sessi e di matura età erano spettatrici in ambedue le circostanze. Cosa di rimarco si è che le lacerazioni, seguirono sempre senza che le persone sopra cui avvenivano udissero alcun rumore, o sentissero odore, o provassero alcuna scossa o pressione di esse e che gli astanti non se ne accorsero che colla vista. Neppure alterazione veruna si manifestò nella salute e nelle abitudini del riputato figlio. Farò inoltre osservare che il danno sufferto dal Sig. Rossi per tali lacerazioni ascende a quest’ora a circa. Conseguentemente a ciò ed alla fama ormai divulgatasi per tutta questa pieve e finitime credetti opportuno di pregare i S.S. Medici D.re Cav. Antonio Tantardini e D.re Giuseppe Mazzoleni, affinché sottoposto ad accurato esame i vari indumenti lacerati, ed ogni cosa ben ponderata, volessero coscienziosamente indicarmi, se qual causa naturale o fisica si potesse assegnarsi, e subordino qui unito il loro giudicato dal quale vedrà codesta Veneranda Curia non aver essi potuto trovare alcuna. Questo è pure il sentimento generale, sicché molti appoggiandosi a S. Matteo c. 8 v. 19, S. Luca c. 8 v. 31, S. Paolo agli Efesi c. 2 v. 2 e c. 6 v. 12 ed alle dottrine dei Padri, inclinano a vedervi l’operazione degli Spiriti maligni dell’aria. Certo è che non può sospettarsi né fine di lucro né opera di qualche male intenzionato. Il carattere franco ed aperto del Sig. Rossi, la sua intelligenza, nessuna superstizione, buon patrimonio e discreto commercio; la religione, la profonda costernazione, il danno reale sofferto, lo sfregio nell’opinione della plebe, la numerosità e la stranezza delle lacerazioni, onde le vesti sono frastagliate in ogni senso, la deficienza materiale del tempo ad eseguirle, la pubblicità e le circostanze dei fatti, la molteplicità dei testimoni, finalmente l’impotenza della scienza a designarne una causa fisica, escludono abbastanza ogni sospetto. Che Dio abbia ciò permesso per confondere anche con questo mezzo l’incredulità, e poi Manifestare la sua potenza? … Io mi limito al mio dovere di notificare i fatti, non senza pregare vivamente codesta Veneranda autorità, anche a nome dei pazienti, per quella direzione che nella sua saggezza troverà opportuna in tale circostanza. Nell’atto di spedire qui unite tre delle diverse stoffe lacerate a maggior schiarimento ed esame, mi pregio rassegnarmi col più profondo rispetto e Venerazione. Introbbio 10 Febbraio 1849 Sottoscritto Parroco Gio. Battista Acquistapace
Pubblici costumi
Relazione del prevosto e vicario foraneo relativa ad abusi riferiti dai curali della pieve della Valsassina 1660 cc. 6 “… Per il giorno della festa in tempo della Messa Parochiale molti ne restano fuori della porta della Chiesa, se bene quella sii capace abondantemente, et ivi stano facendo discorsi molte volte puoco leciti, et detti a posta per esser uditi dalle donne, quali in tutte le Chiese hanno il suo luoco dal mezo della Chiesa fino alla porta, et ivi stanno facendo cenni, et risi, motteggiano chi entra con puoca attentione al sacrifitio della Messa, et voltandosi il Sacerdote, et Curato finito l’Evangelio per ragionare et annuntiare le cose necessarie per non esser ripresi, et necessitati a entrare si nascondono. In tempo di divini offici et dotrina Christiana si ritirano molti in hosterie et ridotti, dove stanno crapulando, et giocando, serando le porte per non essere colti dal suo Curato, et in alcune cure giocano in detto tempo alla balla le persone più principali et facinorose, che si voltano contro il Curato con male parole, et minaccie, essendone ripresi. … Pretendono i secolari questo non ostante di poter ballare fuori del tempio de divini officii, et i Curati per non distinguere il decreto che si intendi tuttoil tempo della festa n’aspettano l’interpretazione di Vostra Signoria Illustrissima. Vi è un mal uso di ballar il miglio nelle Case di notte, et fanno durar questo per alcuni mesi, mettendone puoco per volta, dove intervengono huomini tanto giovani come maritati, viciosi, et donne dandosi mano l’un l’altro, et facendo regiri per più hore con puoco lume, et molte volte lo smorzano per haver più commodità di fomentare le loro disonestà. … Perdono sovente la maggior parte del Popolo la dotrina, et Vespri sotto pretesto di congregar vicinanza per li affari della Communità. Nel luoco di Premana vi sono certi Monti dove mandano quelli huomini i loro bestiami a pascere, et ivi di guardiani mandano chi huomini, chi donne, dormono tutti sotto certe Capanne grandi, et i loro letti si accostano l’uno all’altro, di modo vanno cercando nella mutatione che fanno de guardiani di ritrovarsi i vitiosi in tempo che vi siino quelle desiderano, et ne segue ben spesso fornicationi, et adulteri … Perché l’Oratione della Sera bisogna necessariamente quando è buon tempo farla al tempo dell’Ave Maria per la gente che và al lavoro, et non viene se non a quell’hora, vi sono de puoco timorati di Dio, che nell’andare o ritornare stando alle Cantonate toccano o questa, o quella altra, e dicono parolle impertinenti, e perciò in alcuni luochi per tal rispetto tralasciano d’andarci. …”
Relazione del curato di Premana relativamente agli abusi nei rapporti prematrimoniali
- 1661 c. 1
“Un abuso che è nella mia Cura mi costringe a darne parte a V.S. Reverendissima et supplicarla di provisione nel presente caso. Sogliono molti alli primi trattati di Matrimonio conversar insieme i Sposi lavorando alla campagna, ne’ boschi, et altri luoghi remoti, et tal volta anche introdurre la sposa nella propria casa del sposo, benché siano parenti coi pensier di mandar poi a pigliar la dispensa a Roma, dal che ne seguono ben spesso de’ scandali publici, e se il Curato non vuol assister a questi sponsalii, li fanno tra loro Clandestini. In un simil caso è un Carlo Gianola, quale nell’estate prossima passata conversò per alcuni mesi con una Lucia Ratti congionti in quarto grado di Consanguineità sotto pretesto di voler contrarre Matrimonio ottenuto ch’havessero la dispensa; andavano soli ne’ boschi et ovunque a lavorare essendo poveri, et più volte ammoniti prima da me, e poi dal Sig. Vicc.o foraneo più con fintione che con verità mostrarno in fine qualche obedienza; e non furno tali cose senza scandalo publico, venendo a tale di dormir in un madesimo letto ambidue a vista di più persone, che in certa Cassina commune per guardia de’ bestiami dimorano la notte; per il che forsi voleva il S.r Vicc.o foraneo far alcuna dimostratione se il detto Giovane non partiva trasferendosi alla Città di Venesia, come suole per soi negotii. …”
Clero
Lettera di don Bernardino Ratti di Premana a don Antonio Gussalli, nuovo curato di Margno 1867 gennaio 14 cc. 2
“Ben volontieri ti mando il “Cristiano Istruito” del P. Segneri, onde tu possa col medesimo rendere Cristiani Istruiti tutti quelli della Parochia di Margno. Ritengo che potrai fare molto frutto servendoti del detto libro se unirai alle prediche che ricaverai del medesimo, se vi unirai anche le tue orazioni. Ha fatto molto bene chi ti ha suggerito detto predicatore, essendo, di quelli che io conosco, il migliore ed il più adattato al popolo di questi paesi. Sgraziatamente io nei primi anni a Taceno mi attaccai agli autori che si facevan leggere e che venivan proposti e lodati in Seminario, come Bourdalone e Massilon, i quali né erano adattati alla mia capacità, né a quella del popolo di Taceno. Così a me costavano troppo studio le prediche e per comporle e per studiarle, e non potevano fare quell’impressione che posson fare le prediche ricavate dal Segneri, né produrre quel frutto che posson produrne le prediche ricavate dal Segneri. Difatti Bourdalone e Massilon eran predicatori della Corte o di città, il Segneri invece fu missonario che avrà predicato e confessato molto in campagna. E’ naturale quindi che i suddetti autori francesi non sono adattati al popolo della Valsassina, mentre sono adattate le prediche del Segneri. Non vi fu mai nissuno che a me abbia fatto questa osservazione, e perciò invece di servirmi del Segneri, io sgraziatamente mi servivo de’ detti predicatori. Io di libri ne ho molti e non potendo io ora più predicare, te ne posso vendere se ne vuoi comperare, ed aspetterò anche il pagamento, se ora non sei tanto scortato di denaro. Di Padri, ho S. Bernardo, le cui opere son in un sol tomo grande voluminoso con straccia legatura in carta pecora, e S. Gio. Crisostomo in 47 fascicoli, di pagine duecento o più o meno l’uno, di recente stampa, da me comperati mi par per associazione, quindi belli nuovi, oltre due indici. Quest’opera è stampata nel 1831. Ho tutte le opere del Segneri in 3 volumi grossi. Ho tanti libri di prediche, panegirici e di altre diverse materie, fra i quali Zoppi omelie, Branca, Bardoni, Massilon, Bourdalone, l’Anno Apostolico del Duquesnere, cioè meditazioni sulle epistole di S. Paolo. Di interpreti della S. Scrittura ho il Sacy che son pronto a venderlo, tomi 46, la maggior parte in buonissimo stato, essendovi poi i tomi dei 4 Evangelisti che per l’uso sono sporchi. Il martini lo voglio tenere io. Io giudico miglior il martini ed il Signor Curato di Cortenova giudica miglior il Sacy. Io credo di aver ragione io, lui crede di aver ragione lui. Per ora puoi far uso del Cristiano Istruito e al tempo se crederai, potrai comperare altri libri od i sudetti o quelli che crederai meglio. Ti raccomando di aver a cuore lo studio or che sei giovine. S. Paolo raccomandava a Timoteo, ministro di Dio e quindi a tutti quelli che son in cura di anime: attende lectioni, exortationi et doctrinae … Attende tibi et doctrinae: iusta in illis. Hoc faciens te ipsum salvum facies et eos qui te audiunt. Immaginati che lo dica anche a te S. Paolo (Timot. I, c. IV). La caccia sia sol un sollievo per attender con maggior alacrità allo studio, ma non sia un’occupazione, ricordati che a S. Pietro Gesù Cristo disse: faciam te piscatorem hominum. Proponiti quindi di voler esser cacciatore di anime, prendine più che puoi. Istruisci i giovinetti. Ritengo che tu non andrai nelle osterie, e che la tua compagnia saranno i preti, e schiverai le compagnie non convenienti ad un prete. Quanto sta male che si abbia da andare all’osteria a cercar il prete per chiamarlo all’assistenza di un moribondo, come accadeva del tuo antecessore! Se avesse esaltata la testa il prete pei vapori del vino, come potrà imprimere nel moribondo sentimenti di pentimento ed aiutarlo a salvarsi l’anima in quel modo che converrebbe! E’ più facile che dica parole aride, che non parole affettuose che penetrino il cuore e lo compongano. Attende dunque tibi et doctrinae iusta in illis. Attende lectioni. Tieni questo foglio nel Cristiano Istruito per memoria. Ti saluto con tua madre Don Bernardino Ratti"
Fiere e mercati
Decreto emesso dal Ministro delle Finanze e del Commercio con il qule viene autorizzato il Comune di Introbio a stabilire un mercato settimanale da tenersi nel giorno di giovedì 1860 maggi 15 c. 1
Estratto del verbale di ordinaria convocazione del Consiglio Comunale di Introbio con cui si istituisce una fiera di bestiame e merci da tenersi nell’ultimo lunedì di giugno 1862 maggio 25 cc. 7
“Il Consiglio trova convenientissima la istituzione di una seconda Fiera in questo Comune nell’ultimo lunedì di giugno, perché in quel tempo giungono le bergamine dalle pianure lombarde e piemontesi per ascendere ai pascoli alpini, ed essendo questo Comune fornito abbondantemente di simili pascoli, ed inoltre essendo centrale alla valle, e capoluogo del mandamento, riesce opportuno il tempo e comoda la località per le contrattazioni anche ai Comuni vicini, e di nessun loro pregiudizio, poiché in essi non havvi in quel tempo alcuna Fiera.”
Manifesto con cui la Giunta Municipale di Valtorta avvisa dell’istituzione di un annuale fiera per il bestiame e per le merci da tenersi il 9 settembre 1862 agosto 9 c. 1
Pratiche ed avvisi del Comune di Premana per il trasporto dell’annuale fiera di S. Rocco al primo lunedì di settembre (1862); avviso della fiera (1868) cc. 6
Manifesto del Comune di Margno con cui si avvisa dello svolgimento dell’annuale fiera il secondo lunedì di ottobre 1868 settembre 20 c. 1
Relazioni ed avvisi relativi all’istituzione di una fiera di bestiame e merci annuale da tenersi ogni secondo lunedì di settembre nel Comune di Pasturo 1913 cc. 19
Manifesti con cui il Comune di Introbio avvisa dell’istituzione di un mercato mensile di bestiame e merci da tenersi il lunedì successivo la terza domenica di ogni mese 1920 cc. 3
Doti e Schirpe
- Dote di Annunciata, figlia di Tommaso Pozzo di Primaluna, andata in sposa a Giovanni Maria Melesi di Gero
1725 luglio 31 cc. 6
- Dote di Alberia, figlia del fu Giuseppe Silva di Prato San Pietro, andata in sposa a Giovanni Domenico Ruffone di Vegno
1734 marzo 8 cc. 4
- Dote di Margherita, figlia di Giovanni Angelo Manzoni di Barzio, andata in sposa a Paolo Brambilla di Merate
1769 maggio 20 cc. 8
- “Lenzuoli n. 4 due di lino e due di canape di braza 44
- Camisce di lino nuove n. 17 braza 85
- Un pan di tela da testa braza 3
- Braza 132 a soldi 24
- n. 2 fodrete per cossini di canape
- n. 2 mantini grandi
- n. 11 scosali diversi cioè di cambraglia e tela ruggine
- Altri due, uno di callania, altro di mussolina fiorata
- Altri due di calanca fiorati
- n. 4 fazoletti di musolina nuovi fiorati
- Altri fazoletti usati bianchi
- n. 2 fazoletti di seta damascati
- Altro fazoletto bianco fato a opera
- Un para di calzette di refo bianche
- n. 8 camisce usate
- Un busto di lustrino color cangiante nuovo con sotanino di bavelino celeste usato
- Altro busto di camelotino verde con suo sottanino nuovi
- Altro busto e sottanino di salia pitochè color cangiante
- Altro busto di calamandra fiorato
- Un sottanino di fanela
- Un sottanino di musolina fiorata
- Altro di tela fiorata celeste
- Un busto di malbruco celeste
- Un sottanino di filisela verde
- Un altro sottanino di filisela vinata usata
- Un sottanino di tela nuovo
- n. 2 para scarpe di bruna ed altro para di vittello nove con para fibie d’argento
- n. 4 colli granatine fine con bottonzini d’oro
- Altri colli quattro solie
- n. 5 corone di coco e ambra con quattro medaglie d’argento
- Una pettorina fatta a ricamo d’oro
- Un gugione d’argento
- Un para calzette di seta
- Una croce d’oro con perle
- Pizzetta d’oro per il scossale
- Braza 3 ½ lustrino per il scossale
- Braza 5 ½ cendale
- Braza 19 drapo fiorato
- Per guarnire il vestito da sposa
Donativi
- Un anello d’oro con pietra rossa e topazzini di peso denari 4 ¼ e due orechini d’oro in tutto 3. 30
- In dinari ”
- Dote di Domenica Ticozzi di Pasturo andata in moglie a Carlo Micheli di Novegolo
1797 ottobre 9 cc. 4
- Dote di Giuseppa, figlia del fu Francesco Costadone di Pasturo, andata in sposa a Giovanni Maria Ticozzi del medesimo luogo
1812 maggio 19 cc. 2
- Dote di Caterina, figlia del fu Michele Pezzati di Taceno, andata in sposa a Francesco Ticozzi di Pasturo
1824 maggio 13 c. 1
- Dote di Maria, figlia di Domenico Maffei di Codesino, andata in sposa a Pietro Muttone di Casargo
1827 gennaio 20 c. 1
- “n. 1 Cassa di noce ferata stimata
- n. 1 bissacha da letto nova di tela di stoppa
- n. 2 cossini con due fodrete
- n. 6 lingeli di tela di canapo e stopa novi
- n. 1 coperta cattelana nova da letto
- n. 26 cammise nove e fruste di tela di canapo e stopa
- n. 2 fodrete da cossini di tela di lino
- n. 6 sochini novi e di vari colore
- n. 7 filisele e con n. 1 stampato
- n. 3 rossete di vari colore nove e fruste
- n. 11 scossali novi e frusti di vari colore
- n. 10 para di calze nove e fruste di vari colore
- n. 6 scossali novi e frusti di vari colore
- n. 18 fazzoleti da testa novi e frusti di vari colore
- n. 2 petteni uno di olio e uno di osso
- n. 7 petturine da stommimo
- n. 3 para di scarpe fruste
- n. 1 cappelo trentino novo
- n. 2 covertine e una di mezzelano e una di boraso
- n. 1 gierlo con la corda stimato
- n. 1 tascha
- n. 1 spontone o sia gugione di argento frusto
- n. 2 colie di granate ordenarie ”
Strade
- Statuti della Comunità della Valsasna: Tradotti in volgare all’inizio del sec. XVII per opera del notaio Leone Arrigone Notaro ad istanza della Magnifica Comunità di Premana
- Cap. 95
Del non getar sassi nelle strade: ancora hanno statuito et ordinato che non vi sii alcuna persona qual habbi ardire gettar sassi in alcuna strada publica overo terra sotto pena de soldi cinque de terzoli per ciasheduno et ciascheduna volta et se vi saranno messi li facciano spazare via et portarli altrove fra otto giorni doppo che saranno getati in dette strade sotto pena de soldi doi de terzoli per ciascheduno giorno che starà la strada cossì da spazare.
- Cap. 96
Delli muri dirupati: ancora hanno statuito et ordinato che se alcuno muro ruinerà da per sé in alcuna strada publica, che sii tenuto quello de quali sarà a farlo acconciare et spazare la strada fra otto giorni dal giorno del dirupamento in anti, sotto pena del soldi due de terzoli per qualsivoglia giorno che starà essa strada impedita.
- Cap. 97
De acconciare le strade publiche: ancora hanno ordinato che tutte le strade publiche di detta Valle si debbano acconciare bene et diligentemente per gli Comuni overo singulari persone sopra quali territorio sono et a chi spetta sotto pena de soldi sei terzoli per ciascheduno Comune over singular persona che sarà negligente et per ciascheduna volta; et che il Podestà per il suo giuramento over far che il suo notaro sii tenuto et debba visitar dette strade publiche di detta Valle et monti insieme con gli consoli et doi vicini delli lochi et terre di detta Valle cioè ciascheduno sopra il suo territorio quali siino tenuti et obligati a ogni requisizione del detto Podestà o suo nodaro andar con loro a mostrargli le strade publiche con il suo giuramento a declarare gli difetti de detti Comuni overo singular persone per l’occasione predetta et fargli le inquisitioni due volte l’anno cioè del mese d’Aprile et de Otobre di ciaschun anno et niente di meno possi detto Podestà castigare gli negligenti, con questo però che non possi far alcuna condanatione de dette strade se non sarà laudato dal Console che sii detta condanatione da farsi de ragione et ciò con il giuramento delli consoli, qual condanatione la metà sii del Podestà, l’altra metà della Comunità
- Cap. 98
Del spazar la neve: ancora hanno statuito che il Podestà con il suo giuramento venendo il caso che la neve fosse alta uno brazo overo di più nelle strade publiche della Valle Sasina, sii tenuto fare che detta neve sii spazata delle dette strade diligentemente, talmente che dette strade siino spazate et cossì ogni comune spazi sopra il suo sotto pena et bando de libre XX terzoli per ciascheduna volta dopo che haveranno hauto il precetto dal Podestà o locotenente.
- Cap. 99
Del stoppar le strade: ancora hanno ordinato che non vi sii alcuna persona quale faccia andar nelle strade pubbliche alcuna sporcheza o necessario sotto pena de soldi cinque de terzoli per ciascheduna volta et che tutte le strette cavate quali scorrono nelle strade nelle quali si passa si coprino a spese de quelli de chi sono esse strette over condutti.
- Cap. 100
Del non stoppar alcuna strada publica: ancora hanno statuito che non vi sii alcuno che ardisca in alcuno modo stoppare alcuna strada publica sotto pena de soldi XX de terzoli per ciascheduno et ciascheduna volta et oltre di ciò ritornar la strada stoppata nel primo stato a sue spese.
- Cap. 101
De non condur aqua per le strade publiche: ancora hanno ordinato che alcuna persona di detta Valle debba condur aqua per le strade publiche salvo che se menasse per sotto et coperta et chi contravenerà paghi alla Comunità ogni volta soldi XX de terzoli et ciascheduno possi accusare et abbi la metà della condanatione.
- Cap. 102
Del non stoppare le acque furiose: ancora hanno ordinato che alcuna persona di detta Valle non habbi ardire di mettere ciese et stoppar le acque furiose al tempo delle pioggie contra la voluntà d’alcuna altra persona ne in danno d’alcuno sotto pena del soldi X di terzoli per ciascheduno et ciascheduna volta et di più sii tenuto alla restitutione del danno datto per causa di detto stopamento et danno patito.
- Cap. 244
Del non tirar legni per le strade pubbliche: ancora hanno statuito et ordinato che non sii alcuna persona che habbi ardire ne persumi in modo alcuno tirare over far tirare legni alcuni per le strade publiche di detta valle et monti predetti senza special licenza del console de quel loco sopra qual territorio saranno le dette strade et questo sotto la pena et bando de soldi 5 terzoli per ciascheduno et ciascuna volta et oltre di questo sii tenuto riconciare et tornar in primiero stato vel meliorem le strade per detta occasione devastate a spese de quelli che l’haveranno guastate o fatte guastare sotto la pena de soldi XX de terzoli.
- Cap. 246
Delle strade et cese da remondare: ancora hanno statuito et ordinato che tutte le cese che pendono sopra le strade pubbliche et muri dirupati nel territorio di Valsasina et monti predetti debbano esser remondate et spazate da quelli de quali sono due volte l’anno cioè a Kalende di maggio et a Kalende d’Agosto sotto pena del soldi 5 de terzoli per qualsivoglia cesa non remondata et per qualsivoglia muro dirupato de qual pena la metà sii del Comune et l’altra del Podestà et detto Podestà, Notaro et altri di sua famiglia possino accusare insieme con gli consoli degli lochi et Comuni in qual territorio saranno tali defetti et altrimenti non vaglia l’accusa.
- Ordini del Podestà della Valsassina ai consoli di Pasturo
Sono ordini prestampati e quindi indirizzabili all’occorrenza a qualsiasi comunità. Per Pasturo sono conservati quelli del 6 ottobre 1664, 28 aprile 1665 e 30 settembre 1667. “D’ordine del Molto Illustre Sig. Podestà di Valsassina o suo Luogotenente etc. e ad istanza de SS. Sindici Generali d’essa Valle, s’avisano l’infrascritti Consoli, Communi et huomini dell’infrascritte Communità, che nel termine de giorni otto prossimi doppo etc. debbano haver accommodato o fatto accommodare tutte le strade comuni di ciascun suo territorio et ogn’uno per contro li suoi beni etc. a fine che per esse ogn’uno possi commodamente transitare, sotto pena de scudi 25 d’applicarsi etc. a qual pena si procederà irremisibilmente senz’altro aviso contro renitenti spirato detto termine etc. e dell’intimatione etc. Dato nel Palazzo Pretorio d’Introbio il dì 6 ottobre 1664.”
- Causa tra la Comunità di Valle ed il Podestà circa le retribuzioni per la visita alle strade - 1668 ca
“Li SS.ri Leonardo Fondra et Pompeo Manzone in virtù della faccoltà ad essi attribuitta in Consiglio Generale intorno la prattica delle visite delle strate, in riguardo delle spese cibarie et giornate possi il Sig.r Podestà di questa valle consumare con il suo cancelliere et altri che assistono ad essa visita et con che detto Sig.r Podestà non habbi ad applicar a sé stesso né essigere alcuna condanna, dovendo esse condanne realmente servire per l’attual acccomodatione di dette strade, né che detto Sig.r Podestà possi pretendere alcun altra cosa per titolo d’onorario né altro, hanno determinato doversi tassare le Terre d’essa Valle come segue per una volta solamente all’anno. Pasturo lire dieci all’anno et per una volta solamente per ciaschun anno. Li dinari delle condanne si doveranno depositare presso li Sindici di ciaschuna Terra respective refferendo per l’effetto di detta accomodatione di dette strade come sopra. Il Senato Eccellentissimo di Milano nella causa pendeva fra detta Valle et il Sig.r Podestà Aulario, ha ordinato dover detto Sig.r Podestà restituire li pegni haveva fatto esseccuttare per pretesi honorari et che non habbi detto Sig.r Podestà né possi attribuirsi alcuna condanna di dette strade et come più diffusamente si legge da detta Ordinatione alla quale.”
- Licenza e facoltà di transito dall’Alpe di Biandino - 1709 giugno 25
“Essendo che M.r Antonio Rosa quondam Lorenzo e M.r Alesandro Arrigone detto Scandella, ambidui bergamini della terra di Barsio habbino ricercato dalli SS.ri Giacomo e Giovanni Pietro, SS.ri carlo Bernardo e Giovanni Battista consorti Cubii di Primaluna e dalli SS. Carl’Antonio, Leonardo e Rocco consorti Fondra di prato S. Pietro e dal Sig.r carlo Cusatello habitante in Introbio, tutti compatroni del Monte o sia Alpe di Biandino ogn’uno alla rata de suoi acquisti, eccettuando il Monte della Schala quale è solamente di ragione delli SS.ri consorti Cubii e Fondra escluso detto Sig.r Cusatello, di concendere ad essi Rosa et Arrigone la licenza precaria di poter passare per la strada solita delli detti Monti per andare con li loro bestiame al Monte di Trona, giurisdizione di Valtelina, e ritornare per la medema tenendo però sempre il loro bestiame nella strada solita battuta, considerato perciò il semplice transito et escluso ogni altro danno In virtù della presente valitura come publico instromento li sudetti SS.ri Cubii, Fondra e Cusatello conpatroni come sopra concedono et hanno concesso alli sudetti Rosa et Arrigone la facoltà di poter transire come sopra con il loro bestiame tenendo sempre la strada battuta e rimosso ogni altro danno per l’anno corrente 1709 et sucessivamente per li anni nelli quali continuaranno caricare detto Monte di Trona … Li medemi SS. Consorti Cubii e Fondra concedono anche a detti Rosa er Arrigone la facoltà del transito per la strada delli Monti della Scala proprii d’essi SS. Cubii e Fondra per il tempo e nei modi come sopra compresa nella detta ricognitione.”
- Convocati del Consiglio generale della Valsassina
1715 maggio 6: “Sogliano li SS.ri Podestà ogni anno visitare le strade e per l’incomodo che essi SS.ri si prendono suole la Valle corrisponderli annualmente lire settantadue. Si è visto, riconosciuto e pratticato che nonostanti tali visite e nonostante il pagamento per l’incomodo come sopra, mai le strade s’aggiustano e però questo Consiglio Generale hoggi con piena cognitione ha deliberato che le lire settantadue come sopra solite a pagarsi al S.r Podestà non se li corrispondino più avanti la visita delle strade, né avanti che le medeme siino aggiustate, ma si ordina che li SS.ri Sindici debbano prima fare la visita, poi far aggiustare le strade ne’ siti bisognosi, rilevando et ordinandoche s’aggiustino da chi si deve e poi darà il cancelliere copia alli SS.ri Sindici Generali di tutti li riglievi che faranno in occasione della visita di dette strade e li medemi SS.ri Sindici doppo che havran visionate le strade ben aggiustate secondo che da S.r Podestà resterà ordinato, faranno poi pagare al medemo S.r Podestà le lire settantadue solite …”
1716 maggio 5: “Si è ritrovato che li SS.ri Sindici Generali Dottor Ambroggio Bertarino e Capitano Giuseppe sacco hanno eseguito tutto ciò che dal Consiglio dell’anno scaduto 1715 è stato ordinato, solo che ha ricordato il S.r Ambroggio Bertarino che le squadre di Chignolo e Monti reclamano per haver le strade impratticabili e però questo Consiglio fa nova istanza alli SS.ri Sindici novi perché con l’auttorità dell’Eg.o S. Podestà nella prima visita si dovrà farsi, con la posibile diligenza procurino di fare, che le strade si rendino perfette e pratticabili ogni tempo, dando qualche essempio contro li trasgressori.”
1718 maggio 17: “E’ stato proposto che sii necessario l’accomodamento d’una Strada che dal Ponte di Chiuso conduce alle Terre di Pra S. Pietro e Cortenova, massime in tempo d’escrescenza d’aque, non essendo pratticabile alcun altra strada per non essere il comodo d’aggiustarla con minor spesa di quello si farà disponendo la detta Strada dal ponte di Chiuro in avanti. Che però questa Congregazione è venuta in parere di dar ordine a SS.ri Sindici Generali che visitino e faccino visitare il sito di detta strada incominciando dal detto Ponte in avanti e, riconoscendo che possa ridursi pratticabile, facciano quella aggiustare nel modo che stimeranno conveniente senza pregiudicare ad alcuna persona particolare, avvertendo anche che la spesa per l’accomodamento non ascenda a più di lire duecento e occorrendo maggior dispendio non possino ciò fare senza partecipatione di questa Congregazione che darà in tal caso quei ordini che stimerà convenienti.”
1720 maggio 6: “Ha ordinato questo Consiglio che in avvenire si debba fare la visita delle strade tanto nelle squadre interiori come inferiori nel mese d’Aprile avanti, che si convochi il solito Consiglio Generale, riconoscendo ciò necessario per levare molti abusi pratticati per l’adietro et anche per potere con maggior facilità dar le opportune providenze del medemo Consiglio in caso di controversie …”
1720 maggio 7: “E’ stato proposto come in vicinanza della Terra di Primaluna vi sii un certo ponte quale ha bisogno di provisione, essendo in pericolo di cadere; si è fatto conoscere che il stesso ponte è molto necessario per commodo universale di tutta questa valle a diversità di molti altri che si vogliono aptare dalle Terre privatamente. Sopra simile propositione li SS.ri Congregati hanno fatto maturo riflesso e attese le circostanze che concorrono nel caso di cui si tratta, hanno deliberato in primo luogo che si faccia ricorso alli SS.ri Sindici Generali della Provincia del Ducato, esprimendoli di quanta urgenza sii la restauratione di detto ponte ad effetto d’ottenere, se è possibile, qualche somma per il restauro et accomodamento del medemo ponte. E in caso poi non fosse possibile ottenere dal Ducato quanto può bisognare per tal restauratione o siia refattione, si debba in tal caso da SS.ri Sindici Generali far riconoscere in primo luogo da persona perita il stato in cui si trova il medemo ponte e con l’assistenza delle Terre circonvicine ne procurino il restauro, obbligando le stesse Terre a concorrere in quella portione che stimeranno conveniente e, per il sopra più che sarà bisognevole per ridurre transitabile detto ponte, potranno poi li stessi SS.ri Sindici far mandato alli Canepari per quella somma che discretamente bisognerà …”
1721 luglio 15: “Ad istanza del S.r Sindico Provinciale è restato disposto da SS.ri Sindici del Ducato e Sindici delle strade nella Città e Ducato di Milano di fare un ponte novo sopra la Pioverna in vicinanza della Fucina detta di Pra Buscante, qual ponte si sta fabricando e però servirà la presente notitia acciò in caso occorresse in detto ponte qualche reparatione si possa in avvenire fare il ricorso alli medemi SS.ri Sindici e Giudice nel modo e forma si prattica per li altri ponti di questa valle.”
1723 aprile 27: “In essecutione di quanto il Consiglio generale di questa valle ha ordinato circa il ricevimento dell’Emm.o Sig.r Cardinale Benedetto Odescalchi nostro Arcivescovo di Milano che ha visitato questa Pieve di Valsasina e sua giurisdittione, riferisce il S.r D.r Michel Angelo Manzone, Sindico Provinciale di questa valle, tutto il seguito acciò servi di regola anche a nostri successori in occasione di simili visite.
Fu avvisato, mentre era in Milano, detto Sig.r sindico Provinciale, qualmente l’Emm.o Sig.r Cardinale haveva determinato la sua partenza dalla Città nel giorno 8 giugno prossimo scorso, onde si portò in valle detto S.r Sindico Provinciale e, proceduto l’avviso di tal venuta anche a SS.ri Sindici Generali, si diede subito ordine alle Terre delle due Squadre del Consiglio e di Mezzo che, in conformità del riparto fatto dal Sig.r Ragionato Sacco, mandassero li uomini a far nettare e polire le strade sino al principio de rizzoli nella strada di Balabio, come da detto riparto che compone il numero de huomini trentadue dato sotto il giorno 7 giugno sudetto, qual resta in filza dell’anno corrente riposto nell’Archivio.
Nel giorno donque sedici del detto mese di giugno si fecero nettare e polire in forma propria tutte le strade sino a Cremeno, larghe in modo che potevano con tutto comodo passare più di due cavalli in pari, senza che in dette strade si vedesse alcuno sasso, parendo con la diligenza de detti huomini fossero state scopate e ciò in essecutione d’ordine alle Terre di dette due Squadre mandato da SS.ri Sindici Provinciali e Generali, dato sotto il giorno otto, qual resta in filo dell’Archivio.”
1733 maggio 12: “Dovendo il Sig.r Podestà presentaneo far la visita delle strade, segliè ricordato di visitare spetialmente le due strade del Commune di Introbio, detta “la mezzana” e “di fondo” et successivamente le strade sotto la Terra della Prepositura, parimente detta “la mezzana” e “di fondo”, sentendosi che sono ridotte impraticabili per negligenza de Possessori de beni e forsi anche per loro malitia, quali si compiacerà obligare al dovuto riparo, facendole ben nettare et appianare; e quando ritrovi dell’inobedienza, resta pregato far giustizia, facendo a spese de renitenti aptare dette strade per il comodo de passaggieri, e quando bisogni con far precetti, che in avvenire non si portino più né sassi né immonditie in dette strade e perché si è proibito che fra il Territorio di Taceno e Bindo sia introdotta l’aqua nella strada publica, qual aqua va per lo ? divertita in altri luoghi e siti e perciò si prega lo stesso S.r Podestà, che con l’assistenza del sig.r Sindico Generale procuri di far levare le dette aque fuori della publica strada, obligando i compadroni de beni vicini a rimettere le aque nel proprio letto in modo che le strade restino pratticabili né venghino pregiudicate con l’introduttione delle medeme e quando vi sia renitenza, dovranno li Sindici Generali giuditialmente fare le loro incombenze.”
1738 giugno 11: “Fattosi riflesso nel conto da sudetti Canepari che in quest’anno si sii fatta una notabil spesa intorno alle strade, massime nelle dua Squadre di Chignolo e Monti, e però ritenuto che simili spese non spettino alla Valle ma al Ducato, massime trattandosi di Strada Reggia e però per evitare nell’avvenire qualunque abuso che possa succedere, sono venuti in sentimento questi SS.ri Congregati d’ordinare che non debbano li SS.ri Sindici Generali più far mandati per l’accomodamento di strade, quando si tratti di qualche accidental rottura, per cui sia preciso l’istantaneo riparo, poiché in occasione di tali accomodamenti quantunque necessarii si dovranno fare a tempo debito li opportuni ricorsi al S.o Giudice delle Strade et alli SS.ri Sindici Generali del Ducato e ciò servirà di regola prefissa a tutti li SS.ri Sindici Generali per l’avvenire quali si avvertono che in caso di trasgressione non gli si admetteranno più li mandati per le spese di dette strade.”
1739 giugno 9: “Havendosi fatto riflesso che la visita delle strade con precedenza delli opportuni avvisi si debba fare per l’avvenire nel mese d’Aprile di cadaun anno o nei primi giorni di maggio, come resta disposto et ordinato anche nelle antecedenti ordinationi, è venuta in sentimento questa presente Congregazione di ordinare che nell’avvenire debbano i SS.ri Sindici Generali essere a fare le opportune istanze al S.r Podestà perché si visitino dette strade con l’esatta diligenza e parta essecutione ne i detti mesi d’aprile o principio di maggio di tutti li anni, obligando omninamente i trasgressori che non adempiono alli ordini di tener le strade ben spazzate a pagare le pene che si stimeranno propie dal S.r Podestà, oltre alla spesa che impartirà la spazzatura et accomodamento di dette strade, con che si raccomamda alli SS.ri Sindici Generali tutta la diligenza più esatta … mettino in stato pratticabile quelle strade che hanno bisogno d’instantanea reparazione e che non appartengono a persone private nel modo e forma che essi stimeranno proprie.”
- Ordini del Podestà della Valsassina ai consoli di Esino Inferiore - 1741 agosto 9
“D’ordine dell’Egregio Sig. Podestà della Valsasina così istando li SS.ri Sindici Generali d’essa Valle, s’avvisano li Console, Sindici et uomini della vostra Comunità qualmente nel termine di giorni dieci correnti doppo l’intimazione del presente debbano haver aggiustate le strade che vanno da una Terra all’altra acciò si possi per quelle transitare tanto a piedi quanto a cavallo, avertendo a non mancare perché passato detto termine si farà l’opportuna visita e ritrovandosi che quelle non siano aggiustate né spazzate si faranno quelle aggiustare e nettare a spese de renitenti oltre all’incorere nelle pene de Statuti e dell’intimazione. Dato Introbio dall’officio Pretorio il dì 9 agosto 1741”
- Avvisi prestampati - 1762 marzo 2
Al comune di Pasturo: “D’ordine dell’Egregio Sig. Podestà della Valsassina, così edotto dell’urgente bisogno etc. per benefizio pubblico, col presente s’avvisa il Console della retroscritta Comunità, che subito avvisi li Sindaci ed Uomini del suo Comune, acciò subito senza dimora debbano far spazzare le Nevi e Ghiazzi in tutte le Strade maestre del loro Territorio, per le quali si trasferisce da una Terra all’altra di detta Valle e verso Lecco, scalvando le Nevi e Ghiazzi in dette strade fino sul terreno in debita larghezza ed in forma propria, per il transito libero de Cavalli e Pedoni ed in modo di potersi liberamente ricuperare un cavallo d’altro incontrandosi in dette strade, sotto le pene comminate nelli Statuti di detta Valle e Gride alle quali si procederà irremisibilmente contro de renitenti ed inobedienti etc. e dell’intimazione del presente si darà piena fede alla relazione di qualsivoglia pubblico Fante etc. Dato dall’Offizio Pretorio di Valsasina situato in Introbbio li 2 marzo 1762.”
- Visita alle strade della Valsassina - 1782 settembre 4
“Nella visita fattasi dall’Egr.o Sig.r Reg.o Vicario di Lecco e Podestà della Valsasina si è rilevato dal Sig.r Sindaco Provinciale Ubaldo Baruffaldi le seguenti riparazioni da farsi cioè: Nella strada che conduce da Cortabbio a Primaluna trovasi una rottura nel sito denominato il Caleggio quale minaccia divastazione ad un pezzo di strada sudetta. Abbisogna altresì di ricorrere la strada che conduce da Pessina a Gero, cioè sino alla Crocetta di Gero. Abbisogna altresì di essere spazzata ed essere agiustata la strada che va da Pasturo verso Balisio cioè quella che esce da detta Comunità e va fino in fondo per detta parte delle Carali. Altra strada che va dal ponte di maggio verso Cremeno qual pure fa bisogno che sia ricorsa. Altro pezzo di strada vicino al Ponte Chiuso che conduce alle Comunità di Baiedo e Pasturo. Questo si è quanto fu rilevato dal sudetto Sig.r Sindaco e da me attuario messo in nota ed in fede Gio. Batta Cuzzi, Attuario di Valle”
- Patti dell’associazione costituitasi tra diversi abitanti di Esino Inferiore allo scopo di acquistare e sfruttare parte dei boschi della comunità - 1790 aprile 21
Sono elencati anche i patti per la manutenzione delle strade carrabili e per il trasporto del legname a lago: “In sesto luogo tutti li associati dovranno concorrere all’adattamento delle strade a proporzione di rata per il trasporto delle legna coi carri, che val’a dire le strade caregiabili solamente, in pena di dover pagare le giornate mancanti nella concertata somma di lire tre per cadauna a quelli che saranno concorsi all’opra … In decimo luogo concertano li associati che tutti debbano concorrere a riadattare la strada carregiabile nel Monte Vecchio fino alla valle della Voga del Bosco dal Buso ogni volta che li tre delegati vedranno essere di necessità sempre in caso di renitenza sotto la penale come sopra.”
- Circolare del Regio Intendente di Como alle deputazioni comunali relativa ai provvedimenti da prendersi in caso di inadempienze e mancanze da parte degli appaltatori delle pubbliche strade - 1790 giugno 18
- Perizia del capomastro Antonio Franzoni relativa a riparazioni ed adattamenti da apportare a ponti e strade della Comunità di Esino Inferiore - 1795 novembre 6
- Perizia del capomastro Antonio Bassi relativa alle riparazioni da effettuarsi al ponte vicino al mulino sul fiume, nella comunità di Esino Inferiore - 1797 maggio 27
“Primo mi sono portato al molino al fiume nella strada che conduce a Lierne et Varena chiamata provinciale. Si ritrova un ponte traversante due legni quasi cadenti quale nel furore de tempi strari non si può passare né gente né bestie, quale necessita il riparo onde abiamo considerato a farlo di vivo, ciouè a archo per essere sicuro. Si farà due piloni distanti uno dal altro brazza 14 ed ivi si metterà un archi posto sopra di piloni lavorati in vista al aqua con pietre picate per mano de scarpilini e detti piloni saranno di largo brazza 5 e non trovano il maso, sarà fondato sotto la ghiaia brazza 4 con farlo indietro di bon incontro brazza 4. Saranno ambidue le parti quadretti di vivo n. 40. Sarà larcho in giro brazza 19 in due le parti brazza 38 e questo sarà di via il giro delle due facciate. Nel istesso archo si metterà n. 3 chiavi di ferro lunghe cadauna brazza 5; sarà il tirante di una parte meza oncia e di largo e grosezza un quarto con n. 6 bolsonelle longhe once otto proporcionate …”
- Vertenza davanti all’I.R. Commissario distrettuale di Introbbio tra il Comune di Esino Inferiore e l’appaltatore Onorato Venini relativa alla manutenzione della strada che porta a Perledo - 1834 marzo 28 / aprile 16
- Collaudo di manutenzione della strada comunale detta di Bionigo ed oltragna che da Esino Superiore porta al confine con Perledo in appalto a Venini Onorato - 1841
“Questo tronco di strada misura in totale fuga di ml. 2867.00, di cui ml. 610 in selciato, larghezza di ml. 1.80, e ml. 2257.00 a ghiaia al di là della Valle Oltragno, con intersecazione d’alcuni pezzi di selciato in costante larghezza di ml. 1.80; attraversata da un ponte di legno e spalleggiata da muri di sostegno e riparo in calce … All’atto di visita si rinvennero nella strada alcuni guasti residui di guasti ben maggiori, causati dalle recenti dirotte pioggie e che si andavano sollecitamente riparando fino alla completa repristinazione della strada …”
- Progetti d’appalto di diverse opere di riattamento e riparazione alle strade e fontane comunali di Pasturo - 1834, 1837, 1862, 1875
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