Realtà storiche non conosciute

Centro di documentazione e informazione dell'Ecomuseo delle Grigne

Articolo di Antonio Mascellani e di Pietro Pensa, in Periodico della Società Storica Comense, vol. LIV, 1990, pp. 271-283.


Il Comitato di Redazione ha unanimemente caldeggiato la stampa del presente lavoro in quanto esso, pur redatto in una forma letteraria piuttosto lontana dal metodo rigorosamente critico che accomuna gli articoli pubblicati sul Periodico della Società Storica Comense, contiene preziose notizie di carattere tradizionale sull'ambiente storico lariano.


Per sapere quel che di importante accade in un piccolo comune basta oggi consultare i registri delle delibere di consiglio e di giunta; a dare indicazioni sulle attività sociali e culturali pensano poi i giornaletti locali. Nei secoli passati, in pressoché totale assenza di organizzazione amministrativa, provvedevano, oltre che gli atti del ducato, i rogiti dei notai, pubblici e privati, che, fortunatamente, dal 1400 sono giunti sino a noi. Più indietro, a conoscere storia e forze sociali dell'alto Medioevo e dei secoli romani aiutano le avare notizie trasmesse dagli scrittori; della preistoria e della protostoria, infine, le uniche informazioni sono date dai reperti archeologici.

Con tutto questo, però, sono destinate a rimanere sconosciute alcune piccole realtà, il cui ricordo, non documentato, era giunto sino all'inizio di questo secolo, agli anni della prima guerra mondiale, trasmesso oralmente da generazione a generazione. Così è, ad esempio, per le antiche consuetudini nella conduzione dei boschi e per i rapporti che legavano paesi del Lario lontani tra loro, i cui abitanti forse neppure si conoscevano. Penso quindi che sia importante scriverne, prima che la memoria ne vada definitivamente perduta. In tal senso mi sono accordato con Antonio Mascellani, per molti anni maestro a Carlazzo e, come me, anche se più giovane, conoscitore e amante delle cose delle nostre valli.

In questo excursus, un po' lui in corsivo, un po' io in carattere tondo, raccoglieremo quel che di strade e di boschi sappiamo.

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