Le tormentate vicende delle infeudazioni ducali nella Brianza e sulla Riviera del Lario

Centro di documentazione e informazione dell'Ecomuseo delle Grigne

Articolo di Pietro Pensa in Quaderni Erbesi, vol. VI, 1983.


Premesse

Anni addietro, nell'illustrare le forme socio-economiche della gente del Lario, misi in luce i motivi che la spinsero per secoli al rifiuto di padrone e la portarono a una intelligente laboriosità e a un vivace spirito di iniziativa. Mentre da tali aspetti escludevo la città di Como, perchè condizionata dalla sua struttura urbana, osservo che la Valtellina, sino al Medioevo simile nei suoi modelli sociali al Lario, era in seguito mutata per la sua appartenenza ai Grigioni; ponevo quindi in evidenza che pure la Brianza, a causa della notevole presenza del latifondo privato, aveva assunto forme di vita e di mentalità precipue della gente che dipende da padrone.

Ora preciso, però, che se tale stato di cose fu costante nel passato nella Brianza del piano e per le popolazioni che gravitano direttamente su Como, abbastanza simili invece a quelle del Lario furono le caratteristiche di una buona parte delle Terre della Brianza collinare, ossia delle Pievi di Incino, di Garlate, di Oggiono, di Brivio e di Missaglia.

Dato che la reazione delle popolazioni ad essere sottoposte a signori locali fu quindi particolarmente vivace durante il ducato sforzesco e sotto il dominio spagnuolo, illustrerò in questa memoria i tentativi di infeudazione compiuti in Valsassina, sulla Riviera lacuale e ad Incino, tra il 1450 e il 1535, riservandomi di riprendere in seguito l'argomento per i secoli successivi.

Premetterò ora, per consentire una migliore comprensione di quei tentativi, una esposizione dei fatti che condussero Francesco Sforza nella Brianza.

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