L'impresa della Rocca di Baiedo

Centro di documentazione e informazione dell'Ecomuseo delle Grigne

Articolo di Pietro Pensa in Quaderni Erbesi, vol. VIII, 1985.


Nel VI volume di questi Quaderni, pubblicato nel 1984, ho scritto come il conte Francesco Sforza, partato in contatto con il ducato milanese dall'esercizio del suo mestiere di condottiero di milizie di ventura, avesse formulato il pensiero di entrare in possesso del ducato sposando l'unica figlia di Filippo Maria Visconti; come, morto il suocero nel 1447 e succedutagli la Repubblica Ambrosiana proclamata dal popolo, egli, dopo aver assunto il comando delle truppe milanesi in guerra con la Serenissima, capovolgendo il fronte si fosse accordato con Venezia; come poi, alleatasi questa a sua volta con la Repubblica Ambrosiana, egli avesse dovuto tener testa a due avversari, come infine, con una sapiente tattica nella Brianza, fosse riuscito a impedire che la Serenissima portasse soccorsi a Milano e, assediando la città, ne ottenesse la resa per fame, facendosi proclamare duca a furor di popolo nel 1450.

Nel successivo VII volume di questi Quaderni, edito nel 1985, ho esposto poi come, riarsa la guerra tra la Serenissima e lo Sforza nel 1452, le ostilità si fossero protratte per due anni, condizionate da un intenso contrabbando di granaglie dalla Brianza a Venezia attraverso l'Adda.

Ora, mentre faccio presente che nel corso di quel conflitto la Serenissima concentrò i suoi sforzi in Valsassina, con lo scopo di scendere sul Lario e attaccò con migliaia di soldati la Muggiasca, dove un esiguo nerbo di ducali e partigiani del luogo riuscì a contenere la formidabile pressione nemica, voglio intrattenermi sull'ultimo episodio di quella guerra, che una volta ancora vide interessati gli uomini della Brianza al definitivo trionfo di Francesco Sforza.

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