Carlo Maria Pensa, Il Museo delle Grigne di Esino Lario
Circondata dal lago di Como e dalla Valsassina ad identificarla nettamente, con la sua personalità spiccata, la Grigna è montagna dalle molte caratteristiche marcate. Spuntone di roccia calcare spinto verso l'alto dal fondo del mar della Tetide, nel versante del Moncodeno del Grignone contiene al suo interno il ricordo di quel tempo: riemergono a stupire i "sass di lumach", i fossili del periodo del trias medio che tanta meraviglia suscitavano negli antichi abitanti della zona. Fu lo Stoppani a studiarli e a catalogarli, salendo ad Esino per lunghi periodi e scrivendo Les pietrifications d'Esino, dove sono descritte le ammoniti, le bivalve, le chemnizie che caratterizzano queste rocce. Già Leonardo da Vinci era stato affascinato dalla natura, dalla vegetazione e dagli animali di questi luoghi che descrisse con ammirabile sintesi. Proprio dalle ricerche dello Stoppani, che resero famoso il nome di Esino, ebbe inizio il turismo che divenne poi importante attività del paese. Esino fu anche, nei secoli, strategico punto di passaggio sull'antica via romana del lago che, non potendo superare le rocce che precipitano tra Lierna e Varenna, doveva salire al passo di Ortanella per scendere poi verso Bellano. La felice posizione naturale della morena su cui sorgono i due nuclei di Esino Superiore o Cresso e di Esino Inferiore o Piacco, esposta a mezzogiorno e ricca di acque, fece si che le comunità che vi si erano stabilite vivessero bene e fossero attive nella storia della Comunità della Valsassina a cui appartenevano. Già l'origine celtica di quella insediatasi a monte e l'origine romana dell'altra ne distinguevano nettamente il carattere, gli usi, i costumi e nei secoli, pur unite di fronte agli eventi del mondo esterno, permise quel confronto tanto necessario alla sopravvivenza di un paese che non vede altri campanili né sente il suono di altre campane, ed è cosa veramente rara. Quando, negli anni trenta, gli scavi per le costruzioni di nuove case all'esterno dei due nuclei fecero venire alla luce tombe galliche e romane con interessanti reperti archeologici quali spade, attrezzi d'uso, monili, recipienti di terracotta, monete, il parroco don Giovanni Battista Rocca, botanico appassionato, aprì il primo museo locale della provincia di Como ponendo le collezioni di vegetali e di reperti archeologici nella cappella del cimitero abbandonato a valle dell'attuale chiesa parrocchiale. Ad arricchire le collezioni concorsero le offerte di materiali di non pochi appassionati, quali, ad esempio la famiglia Grassi dell'albergo Montecodeno, luogo di soggiorno dei ricercatori e dei turisti, che possedeva fossili raccolti sul Pizzo della Conca e nella località di Cich sopra Cainallo e quali l'ingegner Pietro Pensa che fin da giovane nutriva la passione per tutto cio che riguardava il paese. Purtroppo, durante la guerra, avvenne che gli sfollati depredassero le collezioni appropriandosi delle monete romane trovate nelle tombe e che ricercatori ed archeologi chiamati o attratti dalla scoperta di tombe si appropriassero degli oggetti trovati negli arredi funebri di Cresso e di Piacco con la scusa di studiarli, senza peraltro certificare i modi e i luoghi delle scoperte, così che oggi manca una importantissima documentazione su quanto avvenuto. Divenuto sindaco di Esino Lario l'ingegner Pietro Pensa, dopo un periodo di contatti con don Giovanni Battista Rocca, l'iniziativa del Museo delle Grigne passò all'amministrazione di Esino. Venne così riaperto il museo nei locali presso il Municipio dove si trova tutt’oggi e vennero rinnovate le collezioni. Da Varese si ebbero restituiti alcuni oggetti delle tombe celtiche del periodo della Thene seconda, venne donata la collezione della famiglia Pensa di fossili, catalogata ed illustrata dall'Istituto nazionale delle Ricerche; il signor Capece regalò la raccolta di minerali che illustra bene le caratteristiche geologiche della zona. Poco alla volta vennero aggiunte vetrine con le ambientazioni naturali delle fasce fitoclimatiche, con la presentazione di alcuni animali e con foto di fiori. Venne poi esposto un interessante lavoro su tabelloni, sviluppato per la Comunità Montana della Valsassina, con la raffigurazione delle attività legate alla ricerca ed alla produzione del ferro, che tanta importanza ebbe nell'economia e nella storia di queste terre. Da ultimo trovarono posto gli oggetti della vita quotidiana legati alla coltivazione del terreno, al ciclo di lavorazione della canapa e all'utilizzo della lana e fu ricreato, con materiale autentico, il "casello", la baita sui maggenghi dove per tanti mesi si svolgeva la vita quotidiana con la lavorazione del latte e le attività di ogni giorno. Fa parte dei pezzi importanti conservati nel museo il più antico segno dell'uomo trovato nel territorio delle Grigne; val la pena di raccontare come venne rinvenuto: sulla Rocca di Baiedo, presso Pasturo, conduceva la sua attività di agricoltore il "Carluscet", fiero della libertà e dell'indipendenza del suo mestiere, attento custode della tradizione. Un giorno, sul mucchio di terra scavato da una talpa vide un sasso diverso, una freccia di selce scheggiata e, comprendendone subito il valore, la portò a mio padre, allora presidente della Comunità Montana. Questa punta di freccia è probabilmente originaria del Caucaso e con le migrazioni delle tribù nomadi, predatrici, che si mantenevano in quota sulle valli paludose è giunta sino a noi... Oggi il Museo è gestito dall'Associazione degli Amici dei Musei del Territorio Lecchese che ha costituito una sezione ad Esino Lario. Un gruppo di volontari interessati ed attivi si occupa della manutenzione, dell'arricchimento delle raccolte e dell'apertura pur limitata ai mesi estivi: è sempre possibile chiedere di vedere la raccolta presso il Municipio e il segretario dottor Ratti o le impiegate saranno preziose ed esperte guide. Trascorrere qualche ora a visitare il piccolo Museo delle Grigne di Esino Lario, che raccoglie solo oggetti locali, può permettere di dare uno sguardo alla storia completa del nostro mondo, dai grandi eventi geologici che lo resero abitabile al faticoso insediamento dell'uomo con le sue sofferenze, le sue fatiche ma anche i suoi momenti felici, le sue aspirazioni i suoi sentimenti e può aiutare a ritrovare il senso della vita che oggi molto spesso ci sfugge.