Da dove viene la grandine
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in Museovivo delle Grigne. Isen: storie di Cres e di Psciac, n. 2, dicembre 2000, p.
Sssss... Sottovoce dobbiamo raccontare questa storia perché, pare... si dice... che i diretti discendenti dei protagonisti siano ancora tra noi.
Era un caldo pomeriggio di luglio di inizio secolo; il cielo sopra il paese, sino a poco prima opaco per l’afa, andava velocemente oscurandosi, minacciando uno di quei temporali da ricordare nel tempo. Chi si affrettava a mettere al riparo il bestiame, chi a riparare con frasche i pochi frutti degli orti; tra tutti il nostro protagonista restava indeciso. Pensava al pascolo ad Agueglio, alla magra erba appena tagliata che la pioggia avrebbe ridotto a poca cosa, ma quelle strane voci che da tempo circolavano su strani incontri fatti sotto i temporali, lo trattenevano dall’andare. Ma poi, tralasciando ogni indugio, sellò la grigia cavalla e, sotto un cielo sempre più scuro, partì. Diretto ad Agueglio ripensava a quelle storie di streghe che, si mormorava, scatenassero i loro malvagi poteri proprio in tali occasioni. Raggiunse il passo sferzato da raffiche di vento, ammucchiò velocemente il frutto di ore di duro lavoro e alle prime gocce di pioggia rimontò in sella. Stretto nei leggeri panni, si avviò sulla via del ritorno. La pioggia sempre più fitta creava rigagnoli sull’acciottolato rendendo incerto il cammino. Procedeva, ignaro del terribile incontro che di lì a poco avrebbe fatto. Giunto nella Val dol Grom si arrestò di botto, un urlo raccapricciante aveva sovrastato il frastuono della tempesta. Nella scarsa luce intravide una sagoma di donna presso la fontana; i lampi che si succedevano nel cielo la illuminarono, la vecchia, con lacere vesti strappate dalla bufera, batteva con una frasca di nocciolo sull’acqua e gli schizzi, trasformati in grossi chicchi di grandine, ricadevano sul paese. La riconobbe e un sentimento di terrore, che lo avrebbe accompagnato per il resto dei suoi giorni, lo attanagliò. Anche la donna lo riconobbe e, tra l’ululare del vento, lo chiamò a gran voce. La paura gli impedì la fuga e stette, impietrito, ad ascoltare le oscure minacce della vecchia: “Guai a te se oserai svelare il mio nome e, se qualcosa dovesse sfuggirti, morte grama a te e a chi ti sta d’intorno”. Il povero uomo raggiunse, chissà come, il paese. Per parecchi giorni rimase, incomprensibilmente, tra la vita e la morte. Ripresosi raccontò a pochi amici l’accaduto, senza però svelare mai il nome della donna e, anche in punto di morte, non volle, nonostante l’insistenza dei famigliari, rivelare il suo terribile segreto.