Vestire i paesaggi raccontato da Cristina Perillo
L’uomo non si siede sul presente, non è nella sua natura. Indaga la memoria e scruta il futuro. Guarda indietro, ai suoi antenati, per lasciare una traccia alle generazioni che seguiranno. Lo storico scava nell’archivio e porta alla luce le radici antiche di comunità centenarie. Lo sguardo dello storico traduce le carte secolari. Non si parla d’altro che di progetti di valorizzazione degli archivi, ma, quando apre i battenti alla ricerca, l’archivio si apre al presente e prepara nuove risorse e ricchezze per le generazioni future. Solo così non è il progetto a valorizzare l’archivio, ma è piuttosto l’archivio che restituisce il valore del passato al nostro tempo. Con la commissione di nuove ricerche e interpretazioni di designer, artisti e creativi, gli archivi sono il punto di partenza per suggerire una dimensione nascosta, una dimensione emotiva del paesaggio e la necessità di abbandonare la visione tradizionale del circostante, per trovare nuove suggestioni. (2010)
Il paesaggio è il risultato visibile del rapporto dell’uomo con la natura e con la città che abita. È la testimonianza dell’evoluzione e dell’involuzione del lavoro, del rapporto con il circostante e con le risorse da trasformare in progetti di sfruttamento e valorizzazione economica del territorio e da raccontare con fiabe, filastrocche e leggende. Il folclore, gli antichi mestieri e la tradizione vestono il paesaggio esattamente come i campi coltivati, come gli edifici costruiti, come le strade che lo percorrono. Certo, la tradizione è un vestito meno colorato, meno sgargiante, meno evidente. Il folclore è un vestito sobrio e prezioso, è l’abito della festa per i momenti di condivisione e celebrazione pubblica, quando si festeggia il Santo patrono, o, al contrario, per i momenti più intimi della vita privata, quando la sera si racconta al piccolo la fiaba della buona notte. Ed ecco allora la cavra sbàgiola, mitica creatura della Grigna metà uomo e metà capra, che abita il bosco, viene e ti prende se non fai il bravo e vai a letto. È il vestito locale dell’uomo nero globale. Quest’anno gli archivi sono l’armadio da cui tirar fuori i vestiti della festa. Designer, artisti e creativi, rivisitano il guardaroba folcloristico in chiave contemporanea e lo raccontano con gli abitanti dei comuni coinvolti. (2011)