Laboratorio di immaginazione e narrazione attorno a un monumento
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Un laboratorio a cura di TooA, Francesca Cogni e Donatello De Mattia.
Il laboratorio parte dal concetto di monumento e di leggenda. Il monumento è il luogo del ricordo (dal latino, monère, ricordare) e dunque del tempo e della Storia: il monumento continua a vivere grazie all'incontro tra storie reali e storie immaginarie, grazie alle leggende nate da interpretazioni, credenze, tradizioni, suggestioni stratificate nel tempo. Queste leggende, che accompagnano e completano la storia dei "fatti" con la cultura e l'immaginario di ogni tempo, danno una spiegazione alla realtà mescolando il reale e il meraviglioso. Sono un racconto orale, condiviso dalla collettività, tramandato e via via modificato dal tempo e dalla memoria. Osservando oggi un monumento – come appare e dove si trova – con gli occhi di oggi possiamo continuare a stratificare nuove interpretazioni e inventare nuove leggende?
Il laboratorio parte dalla storia di un monumento scelto, raccontata da un Cicerone, ospite esperto e storico locale. Si procederà poi con un' "esplorazione fantasiosa", cercando dettagli insoliti, indizi di qualcosa di misterioso e ancora indecifrabile che stimolano la fantasia. Ci si metterà poi in cerchio vicini al monumento, e ispirati dalla sua presenza, dalla storia reale ascoltata e dagli indizi trovati, verrà inventata la leggenda, una nuova interpretazione immaginifica del luogo. La leggenda verrà scritta e verrà illustrata da 3 disegni. A fine giornata, di fronte al monumento, un raccontastorie racconterà, a partire dalle tre immagini, la nuova leggenda dell'antico monumento, regalandola al patrimonio culturale e all'immaginario del luogo. Una leggenda passa di bocca in bocca, è patrimonio collettivo. La nuova leggenda tornerà un racconto orale, passaparola, immaginario comune, pronta per essere amplificata e reinterpretata. A conclusione del laboratorio verrà distribuito un instant-book contenente la leggenda e i disegni. La fotografia di ciascuno dei monumenti soggetto dei laboratori, parteciperà al concorso Wiki Loves Monuments sulla valorizzazione dei monumenti mondiali http://www.wikilovesmonuments.it
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Struttura dei laboratori
Il laboratorio dura un giorno dalle ore 9.30-18.30. I partecipanti sono massimo 15 e l'età minima consigliata è di 8 anni. Da portare: pranzo al sacco, eventualmente un telo per sedersi a terra - quando siamo fuori dal paese
La leggenda della Torre di Esino, Esino Lario 2012
Il laboratorio è organizzato a Esino Lario sabato 14 luglio 2012.
Ore 9.30 appuntamento a Villa Clotilde
Ore 9:45 - 10.30 visita guidata al monumento con uno storico locale (racconto della storia)
Ore 10.30 - 12:00 esplorazione e raccolta degli indizi su cui basare la leggenda
Ore 12:00 - 13:00 primo confronto collettivo per la costruzione della storia
Ore 13:00 - 14:00 pranzo al sacco
Ore 14:00 - 15.30 messa a punto della leggenda collettiva
Ore 15.30 - 17:00 suddivisione in piccoli gruppi per: scrittura del testo della leggenda; realizzazione dei 3 disegni illustrativi
Ore 18:00 appuntamento con i genitori e nonni dei ragazzi: piccolo spettacolo del raccontastorie che reciterà, interpretandola, la leggenda appena scritta
La storia: La leggenda della Torre di Esino
C'era una volta... una ragazza che si chiamava Stefania.
Stefania abitava con sua nonna in un paese lontano. Un giorno la nonna, sentendo che stava per morire, la chiamò a sé e le diede una collana. "Questa collana è magica, e ti proteggerà in caso di pericolo", poi chiuse gli occhi e si spense. Ora che era rimasta sola, Stefania non sapeva più dove andare, e accettò l'invito di una signora gentile che le propose di andare ad abitare a casa sua. Ben presto però Stefania si rese conto che di notte la signora si trasformava in una strega, che volava su di una cavalletta gigante facendo malefici. Spaventatissima Stefania decise di scappare.
Portata dagli uccelli riuscì a volare fuori dalla sua finestra e poi nel cielo, lontano lontano fino ad arrivare alla Torre di Esino. La torre era ricoperta di vegetazione, ma le bastò lanciare la collana della nonna perché magicamente i rovi si aprissero, lasciandola entrare. Stefania restò nascosta nella Torre per molti anni. Ogni giorno scriveva dei biglietti in cui chiedeva aiuto e delle coccinelle, volando, uscivano dalle strette finestre della Torre portando i suoi messaggi. Ma per non farsi scoprire dalla strega, i messaggi erano scritti nella lingua delle coccinelle, e nessun uomo era capace di leggerli ed andare in soccorso di Stefania. Finché un giorno, il principe di un paese lontano ricevette il messaggio di Stefania, arrotolato intorno ad una conchiglia magica. Egli era l'unico al mondo che fosse in grado di capire cosa ci fosse scritto, e immediatamente partì.
Fece un lunghissimo viaggio a cavallo, e finalmente raggiunse la Torre di Esino. La porta era sbarrata e i muri ricoperti di edera e rovi. Dopo un lungo cercare, trovò finalmente un passaggio segreto, una buca nel terreno che portava dritto dritto all'interno della Torre. Entrò nel buco e i Saltamartini, amici di Stefania, si misero a guardia all'ingresso per proteggerlo. Quando lo vide Stefania lo abbracciò e ordinò ai Saltamartini di uscire dai buchini nei muri portando la conchiglia magica: dovevano infilarla dentro la bocca della faccia che era disegnata sul muro della Torre, sotto all'ingresso. Immediatamente la porta si aprì e Stefania gettò a terra la collana magica della nonna per far ritirare la vegetazione al loro passaggio. Ma in quel momento arrivò la strega, che aveva seguito il principe. "Finalmente ti ho trovata!" disse la strega cattiva. Ma i Saltamartini iniziarono a sparare dai loro mortai di ferro i fiori scoppiettanti (le Silene Vulgaris), mentre una farfalla, volando, spargeva una polvere magica che toglieva i poteri alla strega cattiva. Il principe allora lanciò il suo frisbee distraendo la strega e non appena questa si voltò a guardare il frisbee, la colpì al cuore con un bastone a forma di lancia che aveva trovato nel bosco, e la uccise. Il frisbee, tornando indietro, tagliò una ciocca di capelli della strega: non appena i capelli toccarono il suolo, svanirono tutti i malefici della strega, liberando le cavallette e i Saltamartini dall'incantesimo che li tenevano prigionieri, e facendoli tornare esseri umani. Stefania e il principe si sposarono, e il simbolo della loro unione divenne la conchiglia magica. E vissero tutti felici e contenti.
Questa storia è stata scritta e disegnata da Francesca, Giorgia, Martina, Tommaso, Davide, Alessia, Micaela, Chiara, Beatrice a partire da un'esplorazione della Torre di Esino Lario.
Guarda lo spettacolo del raccontastorie che narra la leggenda della Torre di Esino.
Una nuova leggenda a Brivio
Realizzazione prevista autunno-inverno 2012-2013.
Crediti
Il Laboratorio di immaginazione e narrazione attorno a un monumento è stato ideato da Donatello De Mattia e Francesca Cogni / TooA nel 2012. Il laboratorio è promosso dall’Associazione Amici del Museo delle Grigne Onlus e dalla Cooperative BRIG-Cultura e territorio in collaborazione con l’Ecomuseo delle Grigne e il Comune di Esino Lario nell’ambito del progetto Vestire i paesaggi sul tema Trasformazioni ambientali e culturali. Le fotografie prodotte all’interno del laboratorio contribuiscono al progetto Wiki Loves Monuments. Si ringrazia Stefano Belloni per la collaborazione nella gestione del laboratorio.
Ideazione e realizzazione Donatello De Mattia e Francesca Cogni / TooA
Direttore artistico e coordinamento Iolanda Pensa
Assistente al coordinamento Tecla Bertarini
Presidente dell'Associazione Amici del Museo delle Grigne Carlo Maria Pensa
Referente per la Cultura del Comune di Esino Lario Elisa Dell'Era
- Donatello De Mattia e Francesca Cogni / TooA
- Itinerari Ecomuseo delle Grigne
- Laboratori Vestire i paesaggi
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