La presenza valsoldese nel Fogazzaro e nella sua narrativa
Contributo di Pietro Pensa, in Antonio Fogazzaro, Amministrazione Provinciale di Como, 1984, pp. 99-108.
Le considerazioni da me presentate in questa memoria sono il compendio di quanto la mia famiglia paterna e quella materna avvertivano nel Fogazzaro, la prima per gli incontri avuti con lui da mio padre quando insegnava a Porlezza e per i contatti indiretti di mio nonno volontario di Sicilia, attraverso il comune amico avvocato Giacomo Venini, l'avvocato V. del Piccolo mondo antico, la seconda per coincidenze romantiche che si rifanno alla prima opera dello scrittore e per le risonanze che i suoi romanzi trovavano nella media borghesia a cui si ispiravano.
Assorbite da giovane studente le valutazioni dei miei genitori, in parte accettandole, in parte sentendomene staccato, più che altro per la mia immaturità, ebbi poi il desiderio di rendermi conto delle contraddizioni che caratterizzano la figura del Fogazzaro, e di indagarne la genesi; proprio gli elementi posti in evidenza dai miei me lo permisero. Li espongo dunque qui, pur convinto che trattasi di materia complessa, meritevole di ben più vasta e profonda trattazione da valido studioso.