L'Adda, il nostro fiume vol. 3

Centro di documentazione e informazione dell'Ecomuseo delle Grigne

Pietro Pensa, L'Adda, il nostro fiume vol. 3, ed. CBRS, Lecco 1997.

Lungo l'Adda una storia ritrovata

Trascrivere le vicende del passato, cercando di scoprire le ragioni del loro evolversi; guardare al passato con riverenza, traendone insegnamento per il futuro e sprone a migliorare la condizione presente, vincendo la tendenza, purtroppo tanto diffusa, ad accontentarsi del traguardo raggiunto. Per questo si scrive, e per dare ai giovani argomento di studio e di meditazione sui fatti della loro terra; perché il passato deve essere conosciuto e compreso, per dare modo alla lezione della storia di sviluppare i suoi effetti.

Nello stesso spirito Pietro Pensa ha sempre esortato i giovani a coltivare l'amore alla casa, alla famiglia, al lavoro, divulgando i documenti della storia, perché siano conosciuti e perché ne traggano profitto tanto le giovani generazioni che i loro maestri. Molto dobbiamo a Pietro Pensa, alla sua vita lunga, ricca di impegno civile e professionale, con la profusione di risorse intellettuali e morali a favore della grande famiglia della sua gente. Con lui ho costruito questa trilogia, selezionando poche pagine fra la mole ingente dei suoi scritti che testimonia la poliedricità dei suoi interessi, e quindi della sua produzione, da quella scientifica a quella politica, ma pure a quella storico-letteraria e persino poetica.

Oggi, a un anno esatto dalla sua scomparsa, mi auguro che queste pagine rendano di Pietro Pensa le qualità morali dell'uomo, cosi che ne emerga il suo più vero ritratto, cogliendo l'inesauribile passione ed entusiasmo che lo distingueva in ogni sua iniziativa, e insieme la tenacia animata dalla profonda fede nella bontà degli scopi perseguiti. Poiché i giovani, e non solo loro, hanno bisogno di certezze, indico, senza retorica ma con legittimo orgoglio, la figura di Pietro Pensa come esempio forte e genuino. E per la carica umana con la quale ci ha affidato queste pagine, è nostro intento contribuire a che l'eredità da lui ricevuta non vada dispersa: quest'opera nasce appunto come testimonianza di sentimento d'amicizia. Questo è il fine che la Cbrs Editrice - Edizioni cultura «Il punto stampa» si prefigge con l'iniziativa intrapresa nell'edizione di questi tre volumi «L'Adda, il nostro fiume».

L'osservazione attenta riconosce un tempo e un uso in qualunque oggetto o soggetto che venga preso in considerazione. In ogni luogo quindi si possono trovare elementi che rivelano il passato, più o meno importante: essi possono essere antiche costruzioni, considerate magari ruderi, oppure semplici strade selciate, oppure ancora archi, portali, bastioni, legni lavorati o semplici strumenti d'uso domestico decorati nelle sere d'inverno. Si tratta di utensili ed attrezzi di vario tipo, comunissimi alcuni e inusitati gli altri, più o meno pregevoli nella fattura ma sempre interessanti e degni di essere conservati e studiati, specialmente in favore delle nuove generazioni. Questo è anche il caso del territorio attraversato e segnato dal fiume Adda.

E' un territorio contadino rimasto immutato per secoli, se non per millenni. Solo dopo la seconda guerra mondiale ha subito un cambiamento radicale che ha causato innovazioni non solo tecniche - cosa peraltro già avvenuta da tempo nel mondo industriale con l'introduzione di macchinari idraulici, a vapore, elettrici e a scoppio - ma soprattutto culturali e sociali, che hanno di fatto creato una diversa società che si è sovrapposta a quella preesistente quasi cancellandola del tutto.

Va detto subito che il mondo contadino nel suo aspetto bucolico, spesso oggi rimpianto soprattutto da chi non ha mai avuto con esso rapporti diretti, non è mai veramente esistito. La lavorazione della terra per il contadino è sempre stata dura, faticosa e a volte addirittura crudele e priva molto spesso di risultati degni di considerazione. Si è trattato di una lotta per la sopravvivenza condotta contro le avversità atmosferiche, spesso contro il potere politico e contro una terra in molte zone, soprattutto in montagna, tutt'altro che prodiga di frutti; una lotta combattuta con mezzi rudimentali e inadeguati.

Il legame inscindibile del contadino alla terra, della sua vita e di quella della sua famiglia al raccolto, ha creato nei secoli una vera e propria "filosofia" che non era solo rassegnazione fatalistica verso un modo di vivere che, immutato da generazione, veniva quindi considerato immutabile.

Vi era di più: la vita del contadino era la vita della campagna, della natura stessa. Il ciclo delle stagioni eternamente alternate in fasi di vita e di morte, era quello stesso della vita dell'uomo che poteva accettare il suo destino nella coscienza della bontà ultima di tale sorte: nascere, vivere tra tribolazioni e gioie, invecchiare e poi morire. Ma vi era la famiglia, quella che definiamo patriarcale, ricca di figli, nuore e nipoti che trascendeva la vita del singolo; in effetti la famiglia continuava, superando in tal modo la morte di un suo membro. Come nella campagna l'albero perde le foglie in autunno ma ritrova il suo splendore in primavera, così la famiglia e i singoli componenti erano inseriti in un vero ciclo infinito, che non a caso veniva definito "ruota della vita".

Inoltre la consapevolezza di un continuo rinnovarsi, portava a considerare la morte in maniera meno drammatica, certi, come si è detto, di quella verità che è la ruota della vita che non si ferma per la morte di un singolo, ma continua per il bene di tutti.

La famiglia abbracciava ogni suo membro e questo vedeva nella famiglia un'innegabile realizzazione di se stesso per tutto l'arco della propria vita. Ben lungi dall'apologia di questo mondo che, nella sua innegabile validità di molti valori oggi in crisi, ricorda anche troppo dolore, miseria e fatica, la valorizzazione di queste povere "armi" del contadino per le sue quotidiane lotte, vuole solo salvaguardare una cultura che presenta motivi di grande significato ed è determinante per capire molteplici aspetti della nostra epoca.

I giovani, anche se figli di contadini o contadini anch'essi, non conoscono più il loro passato, non hanno cioè più la consapevolezza delle loro origini.

Un tempo queste erano raccontate, tramandate di generazione in generazione, dai vecchi durante le lunghe ore passate d'inverno nella stalla al fioco lume di una lampada a petrolio o durante altri lavori che riunivano l'intero gruppo familiare. Finito tutto ciò, oggi i giovani non sono più in grado di capire la funzione degli staimenti usati dai loro padri, né conoscono il mondo dal quale provengono. Queste pagine sono veri e propri reperti salvati dalla distruzione: sono i testimoni di un mondo scomparso definitivamente ma che deve essere conosciuto nella sua realtà storica. Sono pagine rappresentative di una cultura degna di essere ricordata. Lo sforzo editoriale della Cbrs editrice - Edizioni cultura «Il punto stampa» vuole valorizzare questa cultura, salvaguardandone la memoria.

Claudio Redaelli

Indice

parte prima

introduzione
i fratelli eremiti - le dedicazioni - i santi della montagna - i fratelli dell'oriente lariano - i fratelli dell'occidente lariano

la devozione a Maria
la Madonna del Soccorso - santuari del Lario comasco - santuari della Valle Intelvi - santuari del Menaggino e del Ceresio ambrosiano - luoghi di culto a Maria nell'Alto Lago Occidentale - i santuari ambrosiani della sponda orientale - santuari del Mandellasco - cappelle mariane in Val Varrone - chiese e santuari mariani in Valsassina - le Madonne della pieve di Perledo - la Beata Vergine del San Martino di Lecco - luoghi sacri mariani nel Triangolo Lariano - le tante altre Madonne del Lario

chiese, santi e reliquie
origine di antiche chiese - le campane - le croci - santi di casa nostra - il culto delle reliquie

festività e sagre
il ciclo delle feste legate alla Natività - le feste mobili - le festività della Madonna - le festività dei Santi

la credenza nelle forze diaboliche
il diavolo - gli "scongiurati" - il folletto - gli spiriti - le streghe

l'osservanza
la preghiera - lo zelo - aneddoti sui dieci comandamenti - l'antica sapienza - deduzioni

appendice

parte seconda

introduzione

le leggende
tradizioni di ispirazione storica - le fortificazioni - reminiscenze del dominio straniero - racconti di origine popolare - leggende letterarie - vicende di patrioti e di banditi

i divertimenti
i giochi

le avversità naturali
alluvioni e frane - slavine e valanghe - gli uragani sul lago - il rispetto della natura - gli incendi - orsi, lupi e vipere

la coscienza comunitaria
la vita di comunità nei villaggi - i rapporti tra villaggi - campanilismi - lotte per confini - epiteti tra paesi - blasoni popolari - scherni

appendice

parte terza

introduzione

gli abitati
i borghi lacuali - i villaggi montani - i "munt" o "lóch" - i paesi dei pescatori - le case - la villeggiatura estiva

la famiglia
le casate - il padre e la madre - i bambini - il matrimonio

i defunti
il decesso - i cimiteri - le ricorrenze

la foggia del vestire
il costume del centro e del meridione del lago - il costume di Premana - i moncecchi - l'abbigliamento nei borghi della riviera

i cibi
gli alimenti di tutti i giorni - i cibi festivi - leccornie - gli orti

malanni e medicine
le affezioni - i rimedi - il medico

appendice

conclusione