Il Castelvedro di Dervio

Centro di documentazione e informazione dell'Ecomuseo delle Grigne

Articolo di Pietro Pensa, in Rivista Archeologica dell'Antica Provincia e Diocesi di Como, fasc. 156-157 (1974-75), pp. 149-167.


Molti indizi fanno ritenere che l'insediamento organizzato nel territorio orientale del Lario sia iniziato sui tratti della Riviera adatti, per la loro orografia e per la loro fertilità, alla presenza dell'uomo; e che di là, dove probabilmente i primi gruppi tribali giunsero via lago dal triangolo Lariano, si sia diffuso verso oriente risalendo le vallate del Varrone e dell'Esino, forse da quest'ultima scendendo in Valsassina. L'età dei reperti archeologici induce infatti a tale supposizione.

Certo è che particolarmente invitante all'insediamento dovette essere il vasto delta del torrente Varrone. Il nome Dervio, che lo contraddistingue, nella sua iniziale fonetica, riscontrabile nei più remoti documenti e tuttora vivo nel dialetto locale, travisato in tempi rinascimentali nel latino Delphum, è, come del resto dimostrato nell'ultimo numero di questa Rivista, di tipica origine celtica e lascia intravvedere la presenza di boschi sacri di querce.

Ora l'importanza strategica di Dervio, sia per la sua posizione protesa verso occidente sino a metà lago, sia per la possibilità di controllare e la malagevole strada della Riviera e quella che, risalendo la valle del Varrone, raggiunge il passo di Piazzo verso la Val Casargo e quindi verso la Valsassina, dovette essere ragione sin dai più remoti tempi al sorgere di fortificazioni.

Ricordiamo che i nuclei storici di Dervio sono tre. Il primo si adagia sulla punta estrema del delta, fu il più antico e certamente sede di navaroli e pescatori; ancor oggi è chiamato il Borgo; vi sorgeva un castello, segnalato nel XII secolo dall'Anonimo Cumano per la parte che ebbe in un episodio della guerra decennale tra Milano e Como.

Più a oriente, sul pianoro sotto i monti, si stende la Villa, insediamento più tardo di carattere agricolo; ad est ancora, sulle prime pendici montuose del versante destro del Varrone, il terzo nucleo, dove tuttora si conserva un massiccio torrione quadrato, era ed è chiamato il Castello.

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