Dall'età carolingia all'affermarsi delle signorie
Contributo di Pietro Pensa, in Storia religiosa della Lombardia - Diocesi di Como, ed. La Scuola, Varese, 1986
Como era stata un municipium romano, avanguardia dell'impero verso l'Europa del Reno e del Danubio; l'invasione longobarda, trovatasi di fronte alla resistenza ventennale dei Bizantini di Francione, non aveva ricalcato, come altrove, il municipium con un ducato, e tale condizione permase anche dopo la conquista dell'intero Lario da parte di Autari.
Il vescovo, rimasto in Como a differenza dell'arcivescovo di Milano che era fuggito a Genova, fu portato da una logica naturale ad estendere la sua giurisdizione ecclesiastica al territorio dell'antico municipio, e forse anche oltre per l'apatia e la stasi milanese. Quando al potere ecclesiastico venne ad affiancarsi, attraverso le donazioni regie favorite dal nuovo indirizzo della politica del papa, quello temporale, vi fu un'ascesa di Como, che portò la città a ruolo di protagonista nelle vicende della Lombardia sino ai tempi delle Signorie.
Neil'esporre la storia della diocesi, che durante quattro secoli fu in effetti l'intera storia di Como, per diventarne poi parte determinante nei successivi, riteniamo opportuno distinguere i seguenti aspetti: il costituirsi del dominio vescovile e la sua posizione nella lotta delle investiture; l'emergere sulla società ecclesiastica di nuove forze sociali; l'esprimersi delle stesse nelle lotte tra guelfi e ghibellini e nel confronto con Milano; il declinare della Chiesa comasca all'affermarsi della Signoria; il polarizzarsi nella pratica ecclesiale e nella religiosità popolare di quegli elementi che caratterizzeranno in seguito la posizione di Como e del Lario di fronte alla Riforma luterana e alla Controriforma carolina.