Breve presentazione del Museo delle Grigne
Breve presentazione del Museo delle Grigne. Testo redatto da Elisa Dell'Era e Iolanda Pensa
Il Museo delle Grigne è il museo civico di Esino Lario, creato nel 1947 dall’allora Parroco Don G.B. Rocca e allestito nel 1959 nella piazza del Comune dall'Ing. Pietro Pensa. Il museo racconta attraverso la sua collezione il territorio di Esino dalle sue origini sino ad oggi. L'Associazione Amici del Museo delle Grigne Onlus dal 1998 contribuisce alla gestione e alla valorizzazione del museo. La collezione del Museo delle Grigne comprende reperti archeologici, una raccolta paleontologica dei fossili del calcare di Esino, raccolte di pietre locali, oggetti etnografici di ogni genere, animali ambientati nel loro habitat, flora locale, memorie e documenti relativi alla storia e al folclore. Vi sono in particolare fossili del periodo triassico mediano rinvenuti nella conca di Esino Lario, studiati dall'abate Antonio Stoppani e classificati dall'Istituto di Geologia dell'Università di Milano, e una freccia di selce eneolitica rinvenuta nella Rocca di Baiedo, il primo segno della presenza dell'uomo sulle pendici della Grigna.
Minerali e Fossili
Il territorio della Grigna è da sempre noto per i minerali e i fossili che hanno reso famoso il nome di Esino e hanno richiamato nel secolo scorso scienziati di tutto il mondo. Le scogliere calcareo-dolomitiche delle Grigne e delle loro propaggini hanno rivelato una straordinaria ricchezza di molluschi di ogni dimensione. L'Abate Stoppani descrisse nell'Ottocento oltre 200 diverse forme nella sua classica monografia Les petrifications d'Esino: spongiarini, polipi, crinoidi, brachiopodi, lamellibranchi, gasteropodi e cefalopodi. In seguito altri geologi hanno studiato la fauna fossile dei nostri monti producendo una ricca letteratura in proposito. Oggi si ritiene che le specie siano oltre 250.
Zone fitoclimatiche e fauna del Lago di Como e delle Grigne
Gli animali ambientati nel loro habitat, gli esemplari della vegetazione locale, la collezione di farfalle italiane donate da Dr. Paolo Boncompagni e i pannelli esplicativi sulle zone fitoclimatiche offrono nelle sale del museo una panoramica della flora e della fauna del territorio.
La presenza dell’uomo nel territorio di Esino Lario
La stanza archeologica comprende alcuni dei reperti ritrovati nel territorio della Val d’Esino: una tomba celtica (rinvenuta a Esino Superiore o Crès); il corredo funebre di una tomba romana (rinvenuta a Esino Inferiore o Psciach), armi ed attrezzi di vita quotidiana; monili e monete. Questi reperti testimoniano la diversa origine dei due nuclei abitativi di Esino Lario, Cres di origine celtica e Piasch romana; se di alcuni pezzi l’origine è chiaramente identificabile, altri sono difficilmente catalogabili, a testimonianza della completa fusione delle due culture nel territorio. Altri reperti archeologici del territorio sono conservati presso il Museo di Varese. La sala degli attrezzi di vita quotidiana contiene strumenti di lavoro utilizzati sino ai primi decenni del Novecento. Vi sono attrezzi legati all’agricoltura e all’allevamento, alla produzione di burro e formaggio, e alla filatura della canapa. Pittoresca è senza dubbio la stanza del Casel, una struttura tipica montana dove si svolgeva la lavorazione del latte e la produzione di formaggio.