Aurelio Andrighetto
Aurelio Andrighetto. Attraversa diversi ambiti disciplinari: cura l'esposizione di un’opera inedita di Marcel Duchamp; pubblica uno studio su un fotomontaggio inedito di Medardo Rosso; sbarra le scale automatiche delle stazioni metropolitane di Milano con un nastro tricolore per protesta politica; pubblica una guida al santuario appenninico della dea glaucopide; sviluppa una teoria sul montaggio e la percezione dello spessore, richiamata da Paola Mola nella sezione da lei curata della mostra berlinese Raum. Orte der kunst; esplora la complessità del vedere in rapporto al modo con il quale le tecniche di produzione e percezione visiva scambiano tra loro e con quelle di scrittura e lettura pubblicando interventi d’artista, brevi saggi, narrazioni e articoli in riviste (Arca, Ipso Facto, Nuova Prosa, Riga, Il Verri) e volumi pubblicati da Apeiron, Bacacay, Contemporanei, Graphos, Mondadori, Scalpendi; presenta al XVII Festival Internazionale del Giallo e del Mistero la sua teoria sulla curva di accelerazione della luce e al secondo convegno sull’arte contemporanea organizzato dalla galleria Continua di San Gimignano alcuni dispositivi visivi per aprire l’occhio ciclopico; al XXX International Theatre Festival di Santarcangelo inizia un gruppo di persone ai misteri acustici della sfera senza requie; alla galleria Neon di Bologna accosta tra loro due fotografie di Constantin Brancusi per mostrare la vertigine del vedere quando scultura e fotografia scambiano tra loro; lavori e ricerche sul vedere attraverso lo scambio tra fotografia, video, scultura e scrittura sono state presentate presso altre gallerie, fondazioni e musei.