Sui monti della Val dell'Esino i resti di un caposaldo arimannico di probabile origine bizantina

Centro di documentazione e informazione dell'Ecomuseo delle Grigne

Articolo di Pietro Pensa, in Rivista Archeologica dell'Antica Provincia e Diocesi di Como, fasc. 152-155 (1970-1973), pp. 527-535.

Nel corso di ricerche recentemente condotte per uno studio delle antiche vie di comunicazione del Lario Orientale e delle fortificazioni che le proteggevano, avevamo avuto modo di ricostruire la rete di caposaldi che servivano da posti di blocco militare nei punti più favoriti dalla conformazione orografica del terreno e insieme da stazioni di segnalazione aventi il compito di trasmettere dall'una all'altra, con fumate diurne e con fuochi notturni, la notizia dell'avvicinarsi del pericolo o la richiesta di aiuti. Ci mancava però un anello della catena, per cui era interrotto il collegamento tra Valsassina, Val d'Esino e Riviera.

Nella mancanza completa di memoria locale, aiutati da accenni avuti in fanciullezza, da un elenco dello storico Arrigoni, e soprattutto dalle antiche mappe e dalla cartina militare che, redatta nel 1800, porta ancora l'indicazione convenzionale di una torre, siamo saliti su un cucuzzolo elevantesi ad occidente della strada che, provenendo dal Portone di Valsassina, collega tra loro Gisazio e Bologna, frazioni di Perledo, per poi proseguire verso il capoluogo e verso Esino. Grazie alla stagione invernale che metteva in evidenza ogni traccia, abbiamo così potuto individuare un centro militare arimannico, le cui numerose rovine, tuttora tali da permettere un preciso rilevamento d'insieme, documentano, in un quadro di estrema suggestione su un'area di circa tre ettari orograficamente assai significativi, una vita che, pur spenta ormai da quasi un millennio, dà segni di un inequivocabile interesse. Ne diamo una succinta descrizione.

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